La cucina si fa soggiorno. Il soggiorno entra in cucina. Non si sa esattamente quale delle due frasi sia quella vera, ma una cosa è certa: sempre più di frequente in casa si incontra un solo ambiente giorno, anzichè due o addirittura tre distinti.
Cucina, soggiorno e zona pranzo diventano un tutt'uno, un unico blocco aperto chiamato "living", che segue i dettami delle ultime tendenze abitative e quindi la scia lasciata da open space e loft , i quali puntano sempre più all'integrazione e allo sguardo libero nello spazio, piuttosto che ad ambienti circoscritti e chiusi in se stessi.
E' anche una questione di metratura: in un appartamento come il mio, di 60 metri quadri, abbattere quanti più muri possibile è un modo per ricavare molto spazio; in metrature più ampie, il living permetterà invece allo sguardo di correre e allo spirito umano di sentirsi libero.
Un giorno o l'altro io ristrutturerò la mia casa e nulla potrà distogliermi dall'idea di creare un living più ampio possibile, un connubio di ritrovi e di convivialità, dove il cucinare insieme innanzitutto, il mangiare insieme in un secondo momento, il conversare insieme e il giocare insieme in ultimo, diventino attività possibili senza doversi spostare, mentenendo lo stesso calore e la stessa accoglienza, non distogliendo l'attenzione dalle persone e dagli oggetti che più ci sono cari.
Dovrò scegliere con cura tutto ciò che andrà ad occupare questo ritrovo, perchè la metratura non è così ampia e lo spazio andrà sfruttato intelligentemente; ma dovrò a maggior ragione avere un occhio di riguardo per l'estetica, per il colpo d'occhio, per la visione d'insieme, proprio perchè l'ambiente non è enorme e rischia di compromettere il benessere mio e di chi vive con me. Se i miei ospiti rimarranno volentieri nella mia casa, se io e i miei cari rimarremo volentieri nella nostra casa, sarà anche perchè il mio intento decorativo e visivo è riuscito.
Non che io stia parlando di qualcosa di semplice: sono almeno tre le funzioni e gli ambienti da far compenetrare e da amalgamare insieme, la cucina, il pranzo e il soggiorno, completo di zona conversazione e zona tv (o home theatre). Tanti quindi gli elementi da coordinare, da organizzare in modo uniforme, come se raccontassi con arredi, rivestimenti e accessori un'unica storia che in realtà ne racchiude tre differenti.
Farò un gran lavoro di ricerca e di immaginazione dunque, mi sforzerò di creare qualcosa di unico e funzionale, rischiando anche di sbagliare, tra l'altro disperdendo non poche finanze; oppure potrò guardare a cosa gli addetti ai lavori hanno preparato per me e per tutti coloro che hanno le mie stesse intenzioni.
Già, perchè non sono l'unica a volere la cucina nel salotto o il salotto in cucina, non sono l'unica a seguire le tendenze moderne verso un living superaccessoriato e bello. Così c'è chi, tra designer e architetti di interni, ha pensato a noi con questi strani desideri e c'è chi tra i rivenditori, ci rende possibile e reale un living già confezionato, tuttavia flessibile e adattabile comunque alle nostre esigenze.
Lo dice il suo nome: la cucina Open è solo uno degli autorevoli esempi in questo senso. Open, come la tendenza omonima, come la voglia e il desiderio di libertà; open come le forme e la struttura di questa cucina, che appunto si "apre" sul soggiorno inglobandolo e trasformandolo come se non esistesse più un nome a sè stante per definirlo.
Cucina, soggiorno e zona pranzo diventano un tutt'uno, un unico blocco aperto chiamato "living", che segue i dettami delle ultime tendenze abitative e quindi la scia lasciata da open space e loft , i quali puntano sempre più all'integrazione e allo sguardo libero nello spazio, piuttosto che ad ambienti circoscritti e chiusi in se stessi.
E' anche una questione di metratura: in un appartamento come il mio, di 60 metri quadri, abbattere quanti più muri possibile è un modo per ricavare molto spazio; in metrature più ampie, il living permetterà invece allo sguardo di correre e allo spirito umano di sentirsi libero.
Un giorno o l'altro io ristrutturerò la mia casa e nulla potrà distogliermi dall'idea di creare un living più ampio possibile, un connubio di ritrovi e di convivialità, dove il cucinare insieme innanzitutto, il mangiare insieme in un secondo momento, il conversare insieme e il giocare insieme in ultimo, diventino attività possibili senza doversi spostare, mentenendo lo stesso calore e la stessa accoglienza, non distogliendo l'attenzione dalle persone e dagli oggetti che più ci sono cari.
Dovrò scegliere con cura tutto ciò che andrà ad occupare questo ritrovo, perchè la metratura non è così ampia e lo spazio andrà sfruttato intelligentemente; ma dovrò a maggior ragione avere un occhio di riguardo per l'estetica, per il colpo d'occhio, per la visione d'insieme, proprio perchè l'ambiente non è enorme e rischia di compromettere il benessere mio e di chi vive con me. Se i miei ospiti rimarranno volentieri nella mia casa, se io e i miei cari rimarremo volentieri nella nostra casa, sarà anche perchè il mio intento decorativo e visivo è riuscito.
Non che io stia parlando di qualcosa di semplice: sono almeno tre le funzioni e gli ambienti da far compenetrare e da amalgamare insieme, la cucina, il pranzo e il soggiorno, completo di zona conversazione e zona tv (o home theatre). Tanti quindi gli elementi da coordinare, da organizzare in modo uniforme, come se raccontassi con arredi, rivestimenti e accessori un'unica storia che in realtà ne racchiude tre differenti.
Farò un gran lavoro di ricerca e di immaginazione dunque, mi sforzerò di creare qualcosa di unico e funzionale, rischiando anche di sbagliare, tra l'altro disperdendo non poche finanze; oppure potrò guardare a cosa gli addetti ai lavori hanno preparato per me e per tutti coloro che hanno le mie stesse intenzioni.
Già, perchè non sono l'unica a volere la cucina nel salotto o il salotto in cucina, non sono l'unica a seguire le tendenze moderne verso un living superaccessoriato e bello. Così c'è chi, tra designer e architetti di interni, ha pensato a noi con questi strani desideri e c'è chi tra i rivenditori, ci rende possibile e reale un living già confezionato, tuttavia flessibile e adattabile comunque alle nostre esigenze.
Lo dice il suo nome: la cucina Open è solo uno degli autorevoli esempi in questo senso. Open, come la tendenza omonima, come la voglia e il desiderio di libertà; open come le forme e la struttura di questa cucina, che appunto si "apre" sul soggiorno inglobandolo e trasformandolo come se non esistesse più un nome a sè stante per definirlo.
La cucina Line poi nasce esattamente con l'intento di confondersi e di non distinguersi più dal suo soggiorno. E qui veramente è arduo intendere se sia il soggiorno ad aver assunto i tratti della cucina oppure il contrario. Forse la verità è che ormai esiste un elemento "altro", un terzo tassello che è giusto sia diverso da tutti gli altri e che non accetta più le vecchie definizioni, obsolete e troppo chiuse.
La cucina Living infine porta proprio il nome di questo ambiente "altro", dove le forme degli ambienti preesistenti si fondono in qualcosa di nuovo, di riconoscibile come piacevolmente e funzionalmente diverso, e dove i parallelepipedi in legno si scompongono e si riuniscono come a formare un moderno Tetris, sempre differente, sempre più flessibile.
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