In principio erano gli elettrodomestici. Pur con design mastodontici (se di design si poteva parlare), pur con sistemi di funzionamento meccanici e lenti, pur con funzionalità altamente ridotte, condussero una rivoluzione non indifferente, che ispirò innumerevoli trame di storie e di film più o meno fantascientifici.
Le mani venivano per la prima volta sostituite in casa da macchine, in grado di svolgere dei compiti e di alleggerire il lavoro, che allora era appannaggio esclusivo delle donne. Ne abbiamo fatta di strada da allora: ora gli elettrodomestici, pur con design compatti e talvolta accattivanti, pur con sistemi sempre più avanzati, pur con funzionalità incredibili, non disturbano più di tanto la nostra visione d'insieme in casa, anzi, ormai sono scontati come l'acqua corrente.
Che questo modo di vedere le cose sia un bene o un male, è una questione filosofica non facile da risolvere in questo contesto; quel che è certo però, è che a stupirci ormai sono altre cose: dalla domotica ai robot, la tecnologia in casa sta per trasformare ancora una volta in modo radicale tutte le nostre convinzioni e abitudini abitative; e gli elettrodomestici ricoprono soltanto un ruolo da comprimari in tutto questo.
Sono i robot, più di tutti, a scatenare reazioni insolite: non siamo abituati ancora a veder girare per casa figure vagamenti umanoidi, che ci ricordino costantemente che "L'uomo bicentenario" è quasi una realtà e non più il protagonista di un film; forse non siamo pronti. Eppure loro sono lì, sul palco di eventi che ormai penetrano nel nostro quotidiano come notizie di prima pagina.
Al CES 2011, il Consumer Electronics Show di quest'anno, l'appuntamento più atteso da tutti gli appassionati di hi-tech, sono stati presentati diversi nuovi robot pensati per la casa: a partire dalle nuove versioni di aspirapolvere e lavapavimenti di iRobot, ai robot per la telepresenza sempre di iRobot o di VGO Communications; presto avremo una donna delle pulizie in carne di circuiti e ossa di plastica, che ci toglierà ogni pensiero. Prima di prendere il sopravvento e di iniziare un'era matrixiana, naturalmente.
Ma quale sarà il luogo della casa preposto ad accogliere i nuovi robot? Dove saremo abituati fra 20 o 30 anni a vedere posizionati i nostri servi muti (ma poi nemmeno troppo) elettronici? Io penso che l'ambiente che naturalmente propende all'elezione come luogo ideale per questi avanzatissimi pezzi di ferraglia, che molto prima di quanto crediamo adesso, faranno parte delle nostre famiglie, sia la cucina.
E' lei infatti che dall'inizio ha svolto il ruolo di scenografia, di palcoscenico per gli elettrodomestici, di terreno di prova per la domotica, di rifugio per i primi prototipi di robot, come i Roomba, che docili e mansueti tornano alla loro stazioncina di carica ogni volta che hanno completato il loro lavoro.
Ci sarà dunque bisogno di cucine adatte? Di design futuristici e stili all'avanguardia? Tutto dipenderà dall'aspetto che i produttori vorranno e riusciranno a dare ai robot, umanoidi o meno. Ma intanto non possiamo che immaginare uno scenario fatto di materiali hi-tech e di colori eleganti ma rigorosi, di superfici lucide e riflettenti e di forme necessariamente lineari, oltre che di luci a led scenografiche ma forse anche un po' fredde.
Sono ambienti come la cucina Domus, lucida, dai colori rigorosi, dalle forme squadrate, ad adattarsi nel nostro immaginario all'avvento dei robot domestici.
La cucina Vision potrebbe essere un esempio di ambiente adatto a un robot dal design più ludico e divertente, magari pensato alla convivenza con dei bambini.
La cucina Sfera non può che farci pensare a uno scenario futuristico, dove i robot si muoveranno indisturbati per prepararci prelibati manicaretti.
E quasi non ci accorgiamo che, per trasposizione, stiamo parlando proprio di lei, della cucina del futuro...
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