venerdì 3 dicembre 2010

La casa moderna è un non-luogo?

Sul numero di novembre della rivista AD mi è capitato di leggere un'interessantissima intervista a Marc Augé, antropologo ed etnologo diventato famoso per il concetto di "non-luogo", coniato per definire tutti quei posti che nell'era moderna non hanno una verà e propria identità funzionale o fisica, ma che sono visti più come luoghi di passaggio e quindi di inconsistenza, come le stazioni, i centri commerciali o, più recentemente, il Web con tutti i suoi "spazi" virtuali, come blog, forum o social network.

Secondo l'antropologo, anche la casa moderna si starebbe apprestando a diventare il non-luogo del Terzo Millennio, soggetto a un decentramento ormai inevitabile. Augé sostiene infatti che la concezione interna degli spazi della casa, unita all'utilizzo massiccio della tecnologia, stia trasformando il luogo adibito ad abitazione in un non-luogo in cui la prima attività diventa quella di socializzare con l'esterno, e la cui funzione primaria non rimane più quella di condividere la vita all'interno, tra familiari e abitanti.

Una volta, dice Augé, la casa era sinonimo di focolare e di socializzazione interna; il perno della casa girava intorno alle persone e non agli oggetti, tantomeno a una tecnologia che porterebbe a guardare sempre di più al "fuori", non prestando più attenzione al "dentro". Spazi chiusi e sempre più privati e intimi, concorrerebbero a rafforzare questa concezione.

Per quanto l'analisi di Augé rimanga acuta e non priva di fondamento per quanto riguarda il decentramento e l'utilizzo della tecnologia, mi sento di dissentire circa la concezione della casa come assembramento di spazi chiusi e isolanti, in dirittura d'arrivo per diventare un "non-luogo".

A mio parere la casa invece è oggi l'unico punto di riferimento saldo, l'unica realtà vera e solida, in un vortice di cose sfuggenti. E l'attenzione che viene posta all'abitare, alle comodità, ai comfort, alla stessa estetica della casa, è il segno più tangibile che il focolare non è stato dimenticato.

Anzi: la concezione moderna degli spazi cerca sì la privacy, ma soltanto quando necessaria; per il resto si va sempre più verso l'integrazione degli ambienti, verso l'open, l'apertura, e quindi verso la condivisione.

La cucina diventa soggiorno, il soggiorno diventa cucina, la sala da pranzo diventa living, la camera da letto entra nell'open space, la vasca da bagno arriva in camera da letto. Come ci si potrebbe chiudere in un luogo concepito in questo modo?

Inoltre la tecnologia, soprattutto applicata alla casa, è concepita per dar vita a scenari sempre più vivibili, comodi, confortevoli. Da sole o in compagnia, sono le persone che scelgono in cosa trasformare la propria casa e se renderla un luogo, bello e godibile, oppure un non-luogo decentrato.

E certo gli strumenti per rendere le case dei luoghi vivibili e piacevoli non mancano: gli arredi sono il primo mezzo per non dimenticare il concetto di focolare, per far integrare ambienti e persone in un unicum socializzato e socializzante, grazie alle estetiche tanto versatili, ma anche uniformanti e aggreganti.

Il soggiorno o living o come lo si voglia chiamare nel linguaggio contemporaneo, è l'emblema di questo unicum, così come lo è la cucina: luoghi, a tutti gli effetti, dove oltre a rilassarsi, si chiacchiera e si lavora, si cucina, si prepara, si gusta. Luoghi veri davvero, luoghi che non hanno nulla a che fare con l'evanescenza.

Come potrebbe diventare il salotto Bellerive un non-luogo? Non trovo un modo per non figurarmelo ad accogliere almeno 5 o 6 persone intente a chiacchierare, a scambiarsi battute e pareri, a giocare, a confidarsi.



Come potrebbe il divano Rondò diventare un non-luogo? Con la sua forma ludica, naturalmente portata alla condivisione e al calore dell'accoglienza?



Come potrebbe la cucina Vision diventare un non-luogo? Con la sua predisposizione all'apertura, all'integrazione, al colore che già di per sè aggrega?



L'elenco potrebbe continuare all'infinito, perchè io credo fermamente nella casa di oggi come Luogo, con la L maiuscola, come rifugio, come punto fermo, come cuore pulsante della vita contemporanea, fatta di tante cose e di poco tempo è vero, ma anche della certezza di poter trovare nella casa a propria immagine e somiglianza un'ispirazione costante alla bellezza e alla positività.

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