giovedì 31 marzo 2011

Cucine moderne in contesti classici: passato e presente a confronto

Pare che in Europa, al di sopra delle Alpi, sia diventata ormai una consuetudine, un'abitudine che ha tutte le carte in regola per essere denominata "nuova tendenza": è quella di scegliere cucine estremamente moderne, lineari e squadrate, da inserire in contesti invece classici, rustici, addirittura d'epoca. Elementi strutturali evocativi di un certo passato (come soffitti a cassettoni, pietra a vista sui muri, volute e decorazioni) possono dunque essere creati appositamente (oppure possono far parte dell'edificio originale) per fare da sfondo ad arredi contemporanei, a tratti futuristici, anche hi-tech, talvolta minimali.

L'obiettivo è quello di creare un netto contrasto visivo, percepibile immediatamente non solo con gli occhi ma anche con i sensi e proprio per questo istantaneamente apprezzabile. Non è dunque l'uniformità in questo caso a dare vita ad ambienti emozionali, ma l'esatto contrario, l'antagonismo, l'opposizione, una situazione ambigua, bifacciale, che infonda sensazioni contrastanti fra loro e che proprio per questo possa essere definita con l'aggettivo più amato dagli artisti del Romanticismo: sublime.

Nel corso del 1800 era considerato "sublime" tutto ciò che provocava nell'uomo sentimenti contrapposti, ma così forti da non poter essere contenuti, e nemmeno veramente definiti: un bellissimo tramonto, un superbo paesaggio, un'entità gigantesca, l'oceano, l'infinità del buio della notte, erano tutte cose considerate sublimi, perchè se da una parte affascinavano, dall'altra spaventavano, proprio per la loro meraviglia o per la loro grandezza.

E forse l'emozione provocata da un contrasto visivo come quello di una cucina moderna in un contesto classico, non può risultare così forte come quella trasmessa da un tramonto sul mare, ma concorre comunque a creare sensazioni decise, prorompenti, risolute..

Pensate ad esempio al contrasto che potrebbe creare un muro con pietre a vista, abbinato a una cucina in vetro, oppure un soffitto a cassettoni ad elementi in acciaio; si tratta di scenografie che istintivamente richiamerebbero l'associazione a forme ingentilite, a fronzoli di vario genere, a colori vicini alla natura, a materiali rustici, ad accessori a vista, a camini con fuoco vivo.

Invece si tratta di elementi affiancati a materiali nuovi, lucidi, riflettenti, con colori talvolta sgargianti o comunque totalmente scollegati a richiami naturali, e con forme estremamente lineari, regolari, geometriche, e soprattutto essenziali, senza oggetti superflui, senza elementi a vista.

Il contrasto dunque risulta chiaro: un incontro contraddittorio, un diverbio fra tempi e stili differenti, in cui passato e presente si amalgamano dando vita a risultati ogni volta diversi, ogni volta inediti, unici, mai scontati. Un contrasto dove il passato rivive in tutta la sua gloria, con tutte le bellezze regalateci in secoli e secoli di Storia, ma dove il presente gioca un ruolo fondamentale, perchè senza di esso, non potrebbe esistere nessun confronto e nessun risultato sublime.

La cucina Open in melaminico e vetro, con superfici a specchio, acidate o laccate, con le luci a LED capaci di dare un aspetto futuristico a qualsiasi elemento, si presterebbe perfettamente a questo gioco di contrapposizioni, grazie anche alla sua estrema pulizia formale.



Anche la cucina Klass con elementi in acciaio e alluminio, con colori lucidi decisamente contemporanei, sarebbe perfetta per un simile intento.



Incredibile poi l'effetto che potrebbe avere la cucina Mirror in vetro ad esempio su una parete in pietra, con la sua finitura necessariamente riflettente (come dice il nome stesso della cucina), con i suoi colori vivi, con gli elementi in acciaio, con la purezza delle sue forme.



Non trovate che in fondo tutto questo sia VERAMENTE sublime??

martedì 29 marzo 2011

Librerie bifacciali: dividere senza separare

Ma le librerie servono solo per contenere (libri)?? La risposta è no. Soprattutto se si parla di librerie bifacciali, nate per essere funzionali e accessibili su entrambi i lati e quindi anche per svolgere almeno un ulteriore compito: quello di poter dividere gli ambienti, ma senza separarli.

Se guardate sul dizionario dei sinonimi, troverete che "dividere" e "separare" vogliono dire la stessa cosa; ed è proprio qui che sta la particolarità delle librerie bifacciali: esse infatti danno l'impressione di fare una cosa che in realtà non fanno. Un circolo vizioso verso un risultato inconcludente? No, affatto. In realtà si tratta esattamente di ciò che si vuole ottenere in alcuni casi.

Oggi i layout delle case tendono esplicitamente all'open, cioè a una visione degli spazi che sia la più ampia possibile, dove le destinazioni d'uso si compenetrino a formare un unicum variegato, ma pur sempre arioso ed esteso.

In una scenografia del genere, dove spesso si trovano a convivere in un unico ambiente ingresso, cucina, zona pranzo, living, salotto, zona conversazione, angolo studio e, talvolta, zona notte, torna a galla un'antica esigenza, abbandonata in favore della concezione open: quella della divisione degli spazi, necessità diametralmente opposta, che però non può non manifestarsi in determinate situazioni.

Così ci si può ritrovare a voler dividere l'ingresso dal salotto, la zona studio dalla zona pranzo, la zona notte dalla zona giorno, la cucina dal living. Ma senza volerne precludere l'unione, senza soprattutto sbarrare la strada alla luce, senza togliere quel senso di ariosità tanto duramente conquistato dalla tendenza all'open.

Così rimane un'unica soluzione possibile: dividere senza separare. Dividere idealmente, visivamente ma non troppo, lasciando correre luce, aria e anche sguardo, ma celando al contempo una privacy da un'altra e dando a ogni zona la sua univoca destinazione.

E le librerie bifacciali sono lo strumento più consono ad eseguire questa operazione; un'operazione che a parole sembra difficilissima e quasi impossibile, come una sottile disquisizione linguistica fine a se stessa, senza attuazione pratica.

La pratica invece c'è eccome: con una libreria bifacciale infatti, posta tra i due ambienti che si vogliono suddividere, si crea di fatto tale separazione, ma senza togliere luce, respiro e spazio.

Lo si nota bene guardando la libreria Charlotte e la sua collocazione in questa immagine, che ci ricorda come questo genere di arredo possa rispondere perfettamente alle esigenze di un loft o di un grande open space.



La libreria Meridian aggiunge un ulteriore elemento apprezzabile: la sua forma infatti cambia a seconda del punto di vista con cui la si guarda, creando un effetto diverso ed elegante da ogni lato e dando quindi l'impressione visiva di trovarsi in due ambienti davvero separati.



Anche nelle camerette dei ragazzi le librerie bifacciali potrebbero risolvere diversi problemi di organizzazione dello spazio: soprattutto gli adolescenti infatti necessitano di avere a disposizione zone e funzionalità differenti concentrate in un unico ambiente. Dividere visivamente in due la camera destinata a due ragazzi, come dimostra la libreria Young, potrebbe essere la soluzione ideale per permettere loro di ottenere la giusta privacy, così come dividere la zona studio da quella notte potrebbe invece aiutare a dividere in modo intelligente anche le relative attività.

mercoledì 23 marzo 2011

Arredare una veranda con poltrone e chaise longue

Potrebbe rimanere un sogno irraggiungibile per molti, oppure avverarsi proprio all'arrivo di questa bella stagione, quello di una splendida veranda da arredare e da godere, sul terrazzo o in giardino, un luogo letteralmente incantato, dove la canzone "Il cielo in una stanza" potrebbe suonare all'infinito e dove la prima parola ad affiorare alla mente è relax.

Una veranda, un giardino d'inverno, una stanza che per tutto l'anno si trasforma in una grande finestra sul mondo; un luogo da condividere, ma che evoca anche un relax solitario, privato, intimo. E che proprio per questo trova nelle poltrone l'espressione più adeguata per realizzare il sogno di un ambiente personalizzato e raccolto.

Il contatto intimo con la natura, con il sole, con il cielo, con la pioggia, con il tessuto urbano, è qualcosa che nella veranda si verifica e si amplifica, e merita tutta la sua privacy quando siamo e vogliamo essere soli; ma si tratta anche di un contatto da condividere con le persone che più amiamo, per fermarsi a godere insieme di qualcosa di cui si perde facilmente il ricordo.

Ecco perchè la poltrona può adeguarsi sia all'una che all'altra situazione: due, tre, quattro poltrone fanno la condivisione, ma una poltrona fa l'intimità, crea la giusta dimensione spaziale utile alla personalizzazione di un tempo prezioso, in cui sfogarsi, in cui farsi consolare, in cui gioire, in cui decidere.

Tutti dovremmo avere un posto così: perchè ogni singola scelta impone decisioni non semplici, da ponderare con calma, in un ambiente dove il pensiero possa correre libero; perchè tutti abbiamo bisogno di un luogo soltanto nostro, dove chiudere tutte le nostre preoccupazioni, ma anche tutte le nostre passioni; perchè tutti abbiamo diritto di essere coccolati, se non da altri, da noi stessi e dall'ambiente che ci circonda e che scegliamo di chiamare casa.

E niente coccola meglio di una morbida poltrona, di una seduta comoda, studiata apposta per il relax, posta davanti a una finestra aperta sul mondo, in penombra o in piena luce. Una poltrona che riesca a costituire una soluzione di continuità con l'ambiente esterno, imitandone in qualche modo lo stile.

La poltrona Barcelona Chair sarebbe ad esempio perfetta per richiamare un mood urbano circostante, dove strade e palazzi si susseguono formando un interessante, quanto caotico paesaggio metropolitano.



Comoda, morbida e fresca la poltroncina Antares, adatta a fondersi con un contesto naturale, dove fiori e colori primaverili sono i protagonisti.



La chaise longue Casanova invece sarebbe l'elegante e comodo complemento perfetto per osservare il cielo, per guardare le nuvole che si rincorrono o le gocce di pioggia che sbattono sul vetro della veranda. Una seduta che trasformerebbe un semplice luogo di relax in una postazione pronta per sognare o per abbandonarsi in un mondo altro, tagliando fuori tutto il resto.

lunedì 21 marzo 2011

Un piccolo appartamento e il Feng Shui

Buongiorno a tutti!

Oggi andremo a riequilibrare il flusso energetico di un piccolo appartamento alle porte della città di Varese. E' una porzione di casa semidipendente. Stiamo parlando di una casa di ringhiera.

L'abitazione è stata edificata nel 1965, anno che ricade in un periodo "Metallo" che dà all'edificio la facoltà di favorire talento filosofico, grandi pensatori e fortuna negli affari.

Qui vive una persona sola. Il suo Ming Gua corrisponde al numero 8, legato all'Elemento Terra. Pertanto osservate bene: l'Elemento di cui fa parte l'abitazione e quello legato al soggetto sono si compatibili, ma la Terra genera il Metallo, quindi sarà l'abitante a elargire energia alla casa, anziché il contrario, quindi poniamo i nostri rimedi o "cure".
E' necessaria la presenza riequilibratrice dell'Elemento Fuoco, che permetterà di caricare la Terra e controllare il Metallo. Le candele, i colori dell'arancio, oggetti dalle forme coniche e piramidali, quadri d'autore, lampade, oggetti in plastica, in pelle, pietre preziose cristalli e diamanti fanno parte di questo Elemento.















Bellissima lampada "Fiorellina", dai colori caldi, Arredamenti Diotti, rappresenta l'Elemento Fuoco

L'ingresso è posizionato a Nord-Est, una direzione oserei dire sconsigliata per la porta d'entrata, però legata all'Elemento Piccola Terra 8, in sintonia con la nostra inquilina.

E' un'appartamento dalla posizione ed architettura un po' infelici, in quanto ha due lati, quello con direzione Sud-Est e Sud, senza affacci e finestre, quindi in origine tendenzialmente buia e cupa.
Tre finestroni si affacciamo sul lato Nord-Ovest, peccato che a poca distanza, è stato costruito un muro alto ben 3 mt nel 1965, quindi con poche, anzi vane possibilità di abbatterlo.
Ricordate che la casa più è attempata e più ha un basso potere energetico, se poi si riduce anche il numero di aperture, il Ch'i diminuisce ulteriormente.
Sono intervenuta, cercando di non travolgere completamente gli spazi, e soprattutto contenendo i lavori di muratura, facendo demolire piccole porzioni di pareti in modo da ampliare e rendere ariosi gli spazi e soprattutto luminosi, permettendo alla luce di filtrare anche nei punti più nascosti.

L'appartamento aveva soffitti molto alti, così come il corridoio, stretto e cupo. Ho fatto eseguire una controssoffittatura con faretti disposti in modo alternato per illuminare lo stretto e angusto corridoio, creando un bel gioco di luci. Per accorciare le distanze del corridoio, ho fatto disporre una dispensa, utile sia da un punto di vista pratico che estetico.

Quello che era un ampio ripostiglio, è diventata una cucina abitabile aperta, ariosa, che beneficia della luce del soggiorno.

I pavimenti, in origine, di mattonelle nere, sono stati sostituiti con il parquet dalla tinta chiara, per armonizzare con il colore giallino delle pareti, rendendo così l'ambiente ancora più luminoso.
Lo studio della nostra inquilina, è un'area problematica. E' necessario l'inserimento di oggetti legati al Fuoco e al Legno, per potenziare quest'ultimo l'Elemento. Piante dalle foglie mobili, tipo Banjamin, il Fuoco, invece, rappresentato da lampade, candele, etc...

L'ingresso, altro punto difficile, legato all'Elemento Terra, è da neutralizzare con l'Elemento Metallo.
Utilizzo molto oro. Una campitura spugnata e un complemento dorato, dalla forma tonda, appeso al muro.















"Ethnic Gold" Arredamenti Diotti, potrebbe rappresentare una cura Metallo

Inoltre il Legno è un Elemento di controllo della Terra, per cui anch'esso, aggiunto in questo contesto, rappresentato da una bella composizione di bambù e orchidee.

Nel cuore della casa, sono necessari i toni dell'ocra e giallino per incrementare l'Elemento Terra positivo. Un bel vaso in terracotta, posizionato sotto una lampada, per alimentare maggiormente l'Elemento di spicco.

Vi ricordo che sabato 17 Aprile inizieranno i corsi base di Feng Shui. Il primo si terrà a Somma Lombardo in provincia di Varese, dalle 9.30 alle 18.30. Il prossimo a Prato, data da convenire. Chi fosse interessato, per qualsiasi informazione, può rivolgersi ai seguenti recapiti.

Un caro saluto a tutti e un arrivederci alla prossima consulenza.

blu.design@alice.it
Tel: 0332•850 443
Mob: 338•846 5857

giovedì 17 marzo 2011

Il bagno come un centro benessere

Il bagno moderno non è soltanto un luogo pieno di colori, di superfici lucide, di forme insolite; il bagno moderno ha subito anche un'altra trasformazione, che forse è quella più significativa, perchè racchiude in sè un senso filosofico, oltre che estetico.

Se da una parte infatti il bagno contemporaneo di design è l'espressione di fantasia e di creatività, lasciate libere di correre, il bagno moderno concepito come luogo di benessere si rifà al concetto di lentezza, fondamentale per definire il riposo, quella pausa tra una frenesia e l'altra necessaria a ripartire; un concetto che vorrebbe diventare una filosofia di vita, ma che si deve spesso accontentare di rimanere soltanto una parentesi.

Ma proprio perchè i momenti di relax da dedicare a se stessi sono rimasti pochi e sporadici, devono assumere un'intensità che necessariamente si riflette sull'ambiente circostante, capace di ricordarci la calma e la tranquillità anche quando andiamo di fretta.

Il bagno è il luogo ideale per incarnare questa filosofia: è l'ambiente della casa che ospita l'acqua, elemento fondamentale in tale concetto, ed è anche il luogo più intimo e privato della casa, dove trovare pace e dove ritagliarsi spazi e tempi tutti propri.

Non a casa il concetto di "spa" si ispira molto alle cosiddette sale da bagno mediorientali e orientali, dove i riti con l'acqua assumono un'importanza fondamentale nella vita quotidiana e nella vita in toto, grazie alla filosofia di purificazione che portano con sè.

Ebbene, un bagno che incarni tutti questi concetti, si ispira a uno stile ibrido, che evoca la purezza formale del minimalismo, la tranquillità degli elementi naturali tanto cari all'Oriente, l'ispirazione metropolitana alla funzionalità degli spazi, dovuta al poco tempo da dedicare al relax, e a un'estetica curata e attenta ai dettagli.

Il bagno diventa centro benessere non tanto con elementi come la sauna, il bagno turco o la vasca idromassaggio, ma con rivestimenti, sanitari e arredi che richiamino questo stile ibrido: lavabi da appoggio, forme lineari, legni chiari o scuri, pochi elementi ma fondamentali, colori neutri magari accesi da una sola tonalità più forte. E poi tocchi e dettagli di carattere, con petali di rosa, fiori e piante, candele profumate, fragranze esotiche: non solo la vista quindi, ma anche il tatto e l'olfatto rendono un bagno un piccolo, privatissimo ma pur sempre godibile centro benessere, da assaporare ogni giorno, anche solo per qualche impagabile momento.

Il bagno Metropolis in rovere moro incarna perfettamente lo stile ibrido di cui parlavo, con un'attenzione particolare all'aspetto metropolitano, proprio come dice il nome. Le forme lineari, interrotte solo dalla piacevole iregolarità del lavabo da appoggio, possono infatti felicemente essere abbinate a colori più forti e quindi a ispirazioni più contemporanee.



Il bagno Macao in palissandro evoca invece terre lontane e si rifà a un minimalismo più monolitico, con le sue forme squadrate e il lavabo importante in marmo Cardoso.



Il bagno Shangai in rovere scuro si ispira invece a un minimalismo più snello, ma non trascura affatto l'aspetto contenitivo.



Il bagno Modula in rovere chiaro si rifà invece a una tradizione più orientale, ispirata alla leggerezza pura, al minimalismo più estremo e più vicina ai colori chiari e riposanti del legno.

venerdì 4 marzo 2011

Guardaroba con ante a specchio per moltiplicare spazio e luce

Scegliere le finiture del guardaroba che occuperà gran parte del nostro spazio in camera da letto, non è affatto semplice: le possibilità estetiche sono così tante infatti, da confondere quasi le idee. Tuttavia c'è una scelta su cui vi potete orientare senza paura di sbagliare se il vostro desiderio è quello di avere tanto spazio a disposizione: l'anta a specchio.

Verrebbe da pensare che una semplice finitura possa aumentare o diminuire la metratura: in pratica non è così, ma in teoria sì. E per l'occhio, la teoria conta molto, tanto che può essere ingannato con strumenti come l'illusione ottica.

In questo caso però non si tratta nè di inganni, nè di illusioni: lo spazio guadagnato visivamente è di fatto raddoppiato se per rivestire il nostro guardaroba scegliamo le ante a specchio, che riflettendo gli oggetti e moltiplicando l'effetto della luce, sono in grado di far credere ai nostri occhi di trovarci in un ambiente effettivamente molto più ampio.

Le ante a specchio dunque si adattano perfettamente a camere di dimensioni contenute, ma possono moltiplicare ulteriormente lo spazio anche in ambienti grandi e ariosi, facendoli diventare pressochè infiniti.

Le ante a specchio inoltre portano con sè diversi vantaggi pratici, tra cui il fatto di potersi guardare mentre ci si prepara senza la necessità di specchi aggiuntivi, mentre è importante anche la duttilità estetica dello specchio, che si adatta a qualunque stile d'arredo e a qualunque combinazione di materiali.

In una camera dove il letto va posizionato necessariamente davanti all'armadio guardaroba, si potrebbe provare una sorta di senso di opressione o di soffocamento, derivante proprio dal fatto che lo spazio dove va a posarsi inevitabilmente il nostro sguardo, è occupato quasi interamente da un arredo monolitico e imponente come appunto il guardaroba; con le ante a specchio anche questo problema si risolve, poichè se ne riceve al contrario sensazioni di profondità e quindi di relativa libertà.

L'effetto collaterale negativo però potrebbe esistere per quei soggetti che si sentono in qualche modo "spiati" dallo specchio, da quelli che non amano vedere riflessa la propria immagine in modo nitido; ma la soluzione per evitare questo effetto e per mantenere invece quelli positivi, esiste, scegliendo specchi bronzati, fumè o serigrafati, che riflettono sì, ma che allo stesso tempo attenuano la ridondanza.

Il guardaroba scorrevole Spazi Nuovi ad esempio è disponibile con ante a specchio bronzato, eleganti e riflettenti, ma senza esagerare.



Ancora più particolari le ante del guardaroba scorrevole Geo 3, con rivestimento a specchio non solo bronzato, ma anche serigrafato.



Specchio classico e altamente riflettente, per ambienti davvero molto luminosi, è invece quello proposto dal guardaroba scorrevole Avenue, raffinato e ad effetto visivo ancora più dilatante grazie alle ante molto larghe.