martedì 29 marzo 2011

Librerie bifacciali: dividere senza separare

Ma le librerie servono solo per contenere (libri)?? La risposta è no. Soprattutto se si parla di librerie bifacciali, nate per essere funzionali e accessibili su entrambi i lati e quindi anche per svolgere almeno un ulteriore compito: quello di poter dividere gli ambienti, ma senza separarli.

Se guardate sul dizionario dei sinonimi, troverete che "dividere" e "separare" vogliono dire la stessa cosa; ed è proprio qui che sta la particolarità delle librerie bifacciali: esse infatti danno l'impressione di fare una cosa che in realtà non fanno. Un circolo vizioso verso un risultato inconcludente? No, affatto. In realtà si tratta esattamente di ciò che si vuole ottenere in alcuni casi.

Oggi i layout delle case tendono esplicitamente all'open, cioè a una visione degli spazi che sia la più ampia possibile, dove le destinazioni d'uso si compenetrino a formare un unicum variegato, ma pur sempre arioso ed esteso.

In una scenografia del genere, dove spesso si trovano a convivere in un unico ambiente ingresso, cucina, zona pranzo, living, salotto, zona conversazione, angolo studio e, talvolta, zona notte, torna a galla un'antica esigenza, abbandonata in favore della concezione open: quella della divisione degli spazi, necessità diametralmente opposta, che però non può non manifestarsi in determinate situazioni.

Così ci si può ritrovare a voler dividere l'ingresso dal salotto, la zona studio dalla zona pranzo, la zona notte dalla zona giorno, la cucina dal living. Ma senza volerne precludere l'unione, senza soprattutto sbarrare la strada alla luce, senza togliere quel senso di ariosità tanto duramente conquistato dalla tendenza all'open.

Così rimane un'unica soluzione possibile: dividere senza separare. Dividere idealmente, visivamente ma non troppo, lasciando correre luce, aria e anche sguardo, ma celando al contempo una privacy da un'altra e dando a ogni zona la sua univoca destinazione.

E le librerie bifacciali sono lo strumento più consono ad eseguire questa operazione; un'operazione che a parole sembra difficilissima e quasi impossibile, come una sottile disquisizione linguistica fine a se stessa, senza attuazione pratica.

La pratica invece c'è eccome: con una libreria bifacciale infatti, posta tra i due ambienti che si vogliono suddividere, si crea di fatto tale separazione, ma senza togliere luce, respiro e spazio.

Lo si nota bene guardando la libreria Charlotte e la sua collocazione in questa immagine, che ci ricorda come questo genere di arredo possa rispondere perfettamente alle esigenze di un loft o di un grande open space.



La libreria Meridian aggiunge un ulteriore elemento apprezzabile: la sua forma infatti cambia a seconda del punto di vista con cui la si guarda, creando un effetto diverso ed elegante da ogni lato e dando quindi l'impressione visiva di trovarsi in due ambienti davvero separati.



Anche nelle camerette dei ragazzi le librerie bifacciali potrebbero risolvere diversi problemi di organizzazione dello spazio: soprattutto gli adolescenti infatti necessitano di avere a disposizione zone e funzionalità differenti concentrate in un unico ambiente. Dividere visivamente in due la camera destinata a due ragazzi, come dimostra la libreria Young, potrebbe essere la soluzione ideale per permettere loro di ottenere la giusta privacy, così come dividere la zona studio da quella notte potrebbe invece aiutare a dividere in modo intelligente anche le relative attività.

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