lunedì 21 aprile 2008

Cucine in occasione scontate per rinnovo esposizione.

Un breve post per segnalarvi che nei prossimi mesi rinnoveremo completamente il nostro reparto cucine ed è per questo che tutte le cucine esposte sono ora in occasione scontate per rinnovo esposizione.

Nel reparto con oltre 30 cucine esposte sono presenti sia Cucine Moderne che Cucine Classiche e Country. Oltre a produzioni artigianali e modelli di produzione propria sono numerose le composizioni esposte di Cucine Snaidero, Cucine Gatto e Cucine Dibiesse.

Si tratta sostanzialmente di una svendita di cucine scontate con sconti reali dal 20 al 50% per rinnovo esposizione: sono tutte cucine attuali, nel disegno come nei colori, con elettrodomestici di marca e, molto importante, tutte di collezioni in produzione e quindi facilmente "completabili" e modificabili qualora l'inserimento nella vostra stanza lo richiedesse.

Ci sono soluzioni per soddisfare gusti ed budget diversi, in laminato, in legno, laccate, con piano in laminato antigraffio o con il piano Okite; anche le composizioni spaziano dalle cucine lineari a quelle ad angolo, dalle composizioni con penisola alle cucine a isola.

Non c'è una data di scadenza della promozione in quanto si tratta di pezzi unici...la promozione finisce quando "finiscono" le cucine in offerta ed abbiamo liberato gli spazi per i nuovi spazi espositivi: come si suol dire "chi primo arriva...".

Le offerte sono "trasporto e montaggio incluso" per la Brianza ovviamente, ma anche per le province di Alessandria, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Como, Cremona, Cuneo, Ferrara, Genova, Imperia, La Spezia, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Monza-Brianza, Novara, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Savona, Sondrio, Torino, Varese, Verbano, Vercelli.

Vi aspettiamo quindi a Lentate sul Seveso! ;-)

giovedì 17 aprile 2008

Salone del Mobile di Milano 2008

L'anno scorso di questi tempi ho scritto un articolo su questo blog, con grande fantasia intitolato Salone del Mobile di Milano 2007 ;-)
Si trattava di un articolo di blog volutamente "bonariamente polemico" e, in fondo, parlava di un evento al quale, almeno all'edizione corrente, non avevo partecipato. Rileggendolo oggi non posso far altro che confermare quanto espresso l'anno scorso sui "perchè" della partecipazione...ma almeno quest'anno ci sono andato!

La visita ai padiglioni del Salone.

Tengo a precisare che per me si trattava della prima visita alla Fiera di Milano nel nuovo polo di Rho-Pero. La struttura è effettivamente maestosa, facilmente raggiungibile, assolutamente efficiente nell'organizzazione, e con diversi lavori in corso per migliorare ulteriormente la viabilità (lavori stradali) e l'accoglienza (un imponente hotel in fase di costruzione): come per l'assegnazione a Milano dell'Expo Universale del 2015 nell'entrare alla Fiera di Milano mi sono sentito "fiero" (nessun gioco di parole intenzionale ovviamente!) di essere italiano.
Mio fratello ed io abbiamo deciso di visitare il Salone del Mobile subito il primo giorno d'apertura, e così eccoci ai "cancelli di partenza" insieme con altri operatori.
Apertura accessi alle ore 9:30 pronti ad 8 ore di "passione": la passione per l'arredamento e la passione-sofferenza di stare in piedi e camminare per 8 ore! ;-)
In circa 7 ore siamo riusciti a visitare tutti gli stand di nostro interesse (con un percorso preventivamente pianificato) ed abbiamo fatto qualche considerazione: la "nuova" fiera è sì comoda ed efficiente nell'organizzazione ma, nonostante l'aumento dello spazio a disposizione, non è percepibile un aumento delle dimensioni degli stand espositivi, forse anche per la presenza di tutte le categorie merceologiche, con il Salone Ufficio, l'Eurocucina, il Salone del Bagno...
E' stata per noi una visita "snella", senza soffermarci troppo su prodotti e collezioni che in fondo conosciamo già bene, e senza dilungarci in discorsi di circostanza con agenti e direttori commerciali.

Momenti "particolari" nel corso della visita al Salone.

- eravamo nello stand del gruppo Snaidero Cucine ed all'improvviso c'è stato un momento di confusione ed ecco arrivare l'ing. Edi Snaidero accompagnato dal sindaco di Milano Letizia Moratti, con il doveroso seguito di fotografi, polizia, guardie del corpo: mi ha fatto piacere vedere il sindaco Moratti in compagnia dell'ing. Snaidero, ovvero la rappresentante della città più "produttiva" d'Italia in compagnia del rappresentate (e proprietario di maggioranza) della più grande azienda italiana di cucine sul mercato europeo.

- il secondo momento "particolare" non è stato improvviso ma cercato e programmato, organizzando un incontro con il direttore del portale arredamento.it: sono anni ormai che di tanto in tanto entriamo in contatto telefonico o via mail e mi ha fatto piacere conoscerlo non solo per lo scambio di opinioni a 360° gradi che abbiamo avuto sul settore dell'arredamento e sulla sua promozione online; mi ha fatto piacere anche perchè è una persona piacevolissima che lascia trasparire agli altri la passione per il suo lavoro.

- nello stand degli elettrodomestici da incasso Ariston abbiamo avuto un incontro ravvicinato del 3° tipo...con un forno elettrico! Scherzi a parte, il forno "parlante" di Ariston è un bellissimo forno elettronico che non solo riproduce messaggi con voce naturale (come i navigatori satellitari recenti), ma anche ha un sistema di riconoscimento vocale in grado di comandare le diverse funzioni senza toccare fisicamente il forno stesso. Vi dirò la verità, per me stesso non lo prenderei perchè è un po' più lento nella selezione delle funzioni rispetto ad un forno tradizionale, ma come si suol dire "tanto di cappello" ad Ariston che investe per un'evoluzione tecnologica che, nella sua maturità, darà i giusti benefici agli utenti.

- stavamo camminando verso un altro padiglione, in uno di quegli ampi corridoi con il tappeto rosso tipico del Salone, quando mio fratello ed io abbiamo avuto una "visione": due valchirie biondissime, altissime, svestitissime e "taccatissime" si avvicinano a noi e con forte accento dell'est ci chiedono "Vuoi un cioccolatino?" E' stato difficile dire "No grazie" e proseguire dritto...in effetti ci siamo chiesti se forse non era il caso di visitare lo stand di Tonin Casa, il cui nome era scritto sulle magliette "minimal" di queste simpatiche signorine dell'est ;-) Il Salone del Mobile è anche questo, anche se devo ammettere che la mia preferenza va sempre per l'eleganza di un bel tailleur...

- a metà pomeriggio eravamo già un po' sfiancati da ore di visita ed eccoci arrivati allo stand della Rosini Salotti, un'azienda toscana che produce salotti in pelle dall'ottimo rapporto qualità-prezzo. Il simpatico direttore commerciale, con l'accento di rito da "toscanaccio", ha pensato bene prima di rifocillarci con le delizie tipiche della Toscana (fra cui un ottimo patè caldo di cinghiale) e poi ci ha "finito" con un rosso da 13,5°...il modo migliore per fare una merenda di lavoro ed essere un po' distratti mentre ci presentava i modelli nuovi! ;-)

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Ci aggiorniamo alla seconda puntata di questo articolo quando troverò il tempo di riassumere qualche tendenza dell'arredamento che abbiamo identificato ed i ragionamenti "a lungo termine" che ne sono scaturiti.

A presto allora!

mercoledì 9 aprile 2008

I classici diventano arredamenti di design

Eccoci giunti al terzo periodo storico-artistico in cui ho idealmente diviso le opere esposte al Museo del Castello Sforzesco di Milano.

L'opinione personale.

Dico la verità, da un punto di vista puramente "emozionale" la sezione dedicata al design moderno, il Novecento o XX secolo, è quella che mi è piaciuta meno. Questa opinione non deve assolutamente essere intesa a discredito dei singoli pezzi esposti (alcuni assolutamente brillanti ed unici): più che altro in alcuni di questi pezzi non ho visto quel virtuosismo progettuale od esecutivo che cerco, anche disgiuntamente, in un'opera d'arte.

Eccezioni a questa valutazione sono state la sedia circolare di Bugatti, che ho trovato assolutamente unica, emozionante, veramente anticipatrice di tante cose a venire senza per questo cercare a tutti costi la provocazione gratuita; e la sedia Superleggera di Gio Ponti, un capolavoro progettuale e costruttivo, ai limiti della banalità estetica ma con incredibili innovazioni sapientemente "nascoste" in un design solo apparentemente semplice.

Un'analisi stilistica (sempre personalissima).

Il Novecento vede anche nei mobili la commistione di stili diversi, provenienti da culture diverse: innegabile il feeling "etnico" che offre la sedia di Bugatti, il gusto "nordico" della sedia Superleggera o della scrivania Cavour; il gusto trasversale, a volte funzionalista, od addirittura tipico della cultura pop della produzione di Ettore Sottsass.

Come nella musica, anche nei mobili e nell'arredamento l'abbattimento delle frontiere del XX secolo porta ad una trasmissione di valori culturali esterni che influenzano profondamente i designer, i quali in alcuni casi si identificano in uno stile ben definito e in altri portano avanti una vera e propria "fusion" (concetto presenta anche in cucina).

Ecco l'ultima personale scrematura delle opere più interessanti di questa sezione del Museo:

La scrivania di Alberto Issel, del 1900, in legno e madreperla e la sala da pranzo Domus Nova di Gio Ponti ed Emilio Lancia, del 1927, in legno di noce ed ottone.

La sedia circolare di Carlo Bugatti, del 1902, con legno bicolore con incrostazioni di metallo e rame, pergamena dipinta e decorazioni con passamaneria.

La sedia Superleggera di Gio Ponti per Cassina, del 1957, in frassino naturale e canna d'India e la scrivania Cavour di Carlo Mollino, progettata nel 1949 e prodotta nel 2003, in legno di rovere.

Il tavolo tondo di Ettore Sottsass, del 2000, in legno d'ebano impiallacciato, acciaio e metallo dorato e la cassettiera, sempre di Sottsass e del 2000, in acero scozzese e legno laccato.

La libreria Casablanca di Ettore Sottsass per Memphis, del 1981, in laminato plastico ed il tavolo Tartar, sempre di Ettore Sottsass per Memphis, del 1985, in laminato plastico.



Le immagini più grandi e le descrizioni dettagliate.

Ecco infine l'ultima raccolta di immagini scattate domenica al Museo del Castello Sforzesco, con le didascalie dettagliate per i più interessati:
- Alcuni classici del design del mobile moderno

Le didascalie sono state ricopiate dai cartelli esposti sotto alle opere esposte: ringraziamo per l'ennesima volta gli autori ed i responsabili del museo del Castello Sforzesco di Milano a cui va tutto il merito del lavoro svolto.


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Si chiude qui la nostra serie di articoli sulla sezione "mobili" del Museo del Castello Sforzesco di Milano. Sono personalmente soddisfatto di aver "rubato" un po' di tempo al mio lavoro quotidiano per permettere a tutti di visitare il museo, seppur attraverso i miei occhi ed il mio personalissimo filtro.

Grazie di nuovo ai responsabili del museo e grazie a chi di voi ha letto fin qui senza perdersi nel mio elaborare "barocco"...alla prossima! ;-) (ci vorrà un po' perchè qui in ufficio ci sono un po' di "cosette" da fare).

martedì 8 aprile 2008

I mobili classici del Settecento e dell'Ottocento italiano

Una sottile soddisfazione.

La "sottile soddisfazione" è quella di fare un piccolo reportage fotografico su dei pezzi di storia dell'arredamento, ed in particolare mi riferisco alla soddisfazione di "fare cultura" indipendentemente dalla finalità commerciale del mio lavoro, dedicando un po' di tempo alla stesura di qualcosa che probabilmente non ci farà vendere neanche "un ripiano in più", ma che un lettore ovunque in Italia possa trovare interessante ed utile.
Speriamo di riuscirci ;-)

Dall'antico al moderno.

Da un punto di vista artistico la sezione dedicata ai mobili del Settecento ed Ottocento italiano è quella che mi ha scuscitato più emozioni. Da sempre, nei miei approcci all'arte, sia essa figurativa o musica, ho sempre visto nel virtuosismo un metro di giudizio...e di virtuosismo vivono questi pezzi unici.
Il virtuosismo non è solo nella qualità e nello stile degli intagli, negli arazzi di Beauvais, nelle dorature, nella decorazione, nell'intarsio, nella scelta dei materiali; il virtuosismo dei maestri artigiani che hanno creato queste opere lo si vede anche nelle proporzioni "moderne" delle misure, sia a livello di estetica che di ergonomia.
Virtuosismo progettuale ed esecutivo che si tramuta in ricchezza: quello che in epoche precedenti poteva essere realizzato con legno dipinto viene ora realizzato con legno intagliato e con dorature perfezionate e con un alto perfezionamento dell'intaglio e dell'impiallacciatura, di cui le opere di Giuseppe Maggiolini sono un esempio emblematico.

Lascio ai più interessati il piacere di scoprire alcuni dettagli nella galleria fotografica indicata anche qui sotto, ma devo far notare due aspetti per me singolari ed importanti.

I cassettoni od il comodino di Maggiolini ci mostrano come l'impiallacciatura sia un tecnica "nobile" per il mobile in legno. Alcuni clienti inorridiscono letteralmente all'idea del mobile impiallacciato dopo anni di imbonitori televisivi che decantano le doti del mobile in massello, ingenerando un'errata concezione del mobile in legno come mobile 100% massello. Il "povero" Maggiolini si sentirebbe anzi offeso nel vedere che a volte la sua arte sublime verrebbe interpretata come "inferiore" perchè dei venditori da strapazzo hanno per anni parlato a torto di mobili in massello per spingere la loro "robaccia": perdonatemi lo "sfogo" ma a volte ci troviamo anche noi a fare i conti con questa disinformazione che ha diffuso una luce negativa sull'impiallacciatura, che non è buona o cattiva, bensì è solo una tecnica costruttiva, come il contrappunto! ;-)
Una nota infine sulle ultime due immagini qui sotto, il mobile a due corpi e la sala da pranzo di Lodovico Pogliaghi. Si tratta di un esempio singolare di "classico del classico" nel mobile. Mi spiego: si tratta di mobili dell'ottocento realizzati ad imitazione di mobili seicenteschi...ed in fondo è proprio così che qualunque cosa diventa "un classico". Tantissimi mobili antichi sono andati persi, mentre un comò di Maggiolini è rimasto per i posteri; tantissimi dischi degli anni '60 sono andati ed andranno persi, mentre Sergent Pepper dei Beatles rimarrà per sempre. Il tempo è il giudice di ogni arte in fondo, anche dell'arredamento artistico.


Ecco quindi una personale selezione dei pezzi più interessanti di questa sezione del Museo (a mio modesto parere):

Console, serie di poltrone e divano, tutti di bottega lombarda in legno intagliato e dorato.


Cassettone e comodino di Giuseppe Maggiolini del 1785 in legno impiallacciato ed intarsiato; sgabello a tripode di Giocondo Albertolli del 1784 in grafite; cassettone, tavolo, tavolino da gioco e scrivania di Giuseppe Maggiolini, pezzi studiati e costruiti a cavallo fra il Settecento e l'Ottocento, testimonianze della maestria nell'intarsio.




Mobile a due corpi in legno intagliato ed impiallacciato e sala da pranzo di Ludovico Pogliaghi, del 1886, in legno di noce intagliato.


Le immagini più grandi e le descrizioni dettagliate.

Ecco quindi la raccolta di immagini scattate domenica al Museo del Castello Sforzesco, con le didascalie dettagliate per i più interessati:
- I mobili classici del Settecento ed Ottocento
Le didascalie sono state ricopiate dai cartelli esposti sotto alle opere esposte: ringraziamo gli autori ed i responsabili del museo del Castello Sforzesco di Milano a cui va tutto il merito del lavoro svolto.

Il mobile classico nel 2008, nei negozi.

Perdonate a questo punto la nostra seconda parentesi pubblicitaria per segnalare come, a distanza di secoli, una tradizione così lunga ed importante si sia trasformata in mobili commerciali, accessibili ai più, che prendono spunto dai mobili classici per offrire però un modo moderno di vivere la casa.
Ecco quindi le camere ed i letti classici ed i complementi d'arredo classici.


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Prossimamente, appena possibile, la terza ed ultima puntata di questa serie con alcuni "classici" del design moderno.

lunedì 7 aprile 2008

I mobili classici, da dove vengono?

Ieri domenica 6 aprile mi sono alzato tardi dopo un bellissimo sabato sera passato cenando e scherzando con dei cari amici. Sostituito il pranzo con una bella tazza di cereali ho deciso di soddisfare un desiderio che avevo da qualche mese: visitare il Museo del Castello Sforzesco di Milano, ed in particolare la sezione dedicata ai mobili ed alle sculture lignee dal XV al XXI secolo.

La visita.
Era nelle miei programmi passare un po' di tempo anche nel Museo degli Strumenti Musicali, ma la sezione era purtroppo chiusa :-(
E' stato emozionante però vedere da vicino le "vere" origini del mobile classico, con un'esposizione di pezzi unici che seguono un percorso logico ed esposti in modo tale da valorizzarne le caratteristiche, complimenti quindi ai responsabili del museo.
E' giusto ammettere che mentre passavo qualche minuto davanti ad un cassettone di Maggiolini, per esempio, vedevo diversi altri visitatori "sorpassarmi" verso i pezzi ed i secoli successivi...in ogni caso una visita molto interessante e sufficientemente concisa per essere apprezzata anche dai non addetti ai lavori.



Le origini, fino al Seicento.

In fondo cosa vuol dire "mobile classico"?
Da musicista hobbysta penso un attimo alla musica classica: la musica classica è musica antica "colta" che è sopravvissuta al test impietoso del tempo, è diventata "linguaggio musicale" ed ora, nel 2008, ci sono compositori di musica classica "moderna". Si può dire praticamente lo stesso per i mobili classici: mobili antichi di alto valore artistico per questo sopravvissuti al test impietoso del tempo e diventati "modalità abitativa" ed ora, nel 2008, ci sono produttori di mobili classici "moderni".

Superando la forzatura voluta di questa metafora musicale possiamo dire che innanzitutto il mobile classico è innanzitutto "mobile" (e scusate il gioco di parole!) in quanto per motivi diversi non era certo da intendersi come sistema di arredamento (il concetto di mobili componibili è del secondo dopoguerra nel XX secolo). I poveri avevano pochi mobili per ragioni economiche; i ricchi avevano tanti mobili ma li movimentavano da una residenza all'altra (non sempre ovviamente ma era una modalità diffusissima, anche fra i reali), ed in ogni caso le "ambientazioni" erano abbastanza rarefatte (se si possono usare queste definizioni).
Ecco quindi cassoni e bauli per la movimentazione ed il "corredo", riccamente dipinti con scene mitiche e religiose, tavoli per il pranzo e stipi per riporre. Notevole ovviamente la commistione fra artigianato religioso e produzione di mobili, in quanto spesso la maestria e l'artigianalità richieste facevano capo alle stesse mani esperte: ecco quindi sculture in legno per chiese e cappelle.

Ho fatto una personale selezione dei pezzi più interessanti (a mio modesto parere):

Il Cassone di San Giorgio, in legno di abete dipinto, ed il Cassone dei Tre Duchi, in legno dipinto.

L'Adorazione dei Pastori ed il Nicodemo, entrambi in legno intagliato.


Piano di tavolo, in legno intagliato.


Stipo boemo in legno impiallacciato, e stipo ligure in legno intagliato.


Le immagini più grandi e le descrizioni dettagliate.

Ecco infine la raccolta di immagini scattate ieri al Museo del Castello Sforzesco, con le didascalie dettagliate per i più interessati:
- I mobili classici fino al Seicento
Le didascalie sono state ricopiate dai cartelli esposti sotto alle opere esposte: ringraziamo gli autori ed i responsabili del museo del Castello Sforzesco di Milano a cui va tutto il merito del lavoro svolto.


Il mobile classico nel 2008, nei negozi.

Lasciateci a questo punto la nostra parentesi pubblicitaria per segnalare come, a distanza di secoli, una tradizione così lunga ed importante si sia trasformata in mobili commerciali, accessibili ai più, che prendono spunto dai mobili antichi (o classici) per offrire però un modo moderno di vivere la casa.

Partiamo dai soggiorni classici e dalle cucine classiche e country.


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Prossimamente, appena possibile, la seconda puntata di questa serie con i mobili classici del Settecento e dell'Ottocento.