Ieri domenica 6 aprile mi sono alzato tardi dopo un bellissimo sabato sera passato cenando e scherzando con dei cari amici. Sostituito il pranzo con una bella tazza di cereali ho deciso di soddisfare un desiderio che avevo da qualche mese: visitare il Museo del Castello Sforzesco di Milano, ed in particolare la sezione dedicata ai mobili ed alle sculture lignee dal XV al XXI secolo.
La visita.
Era nelle miei programmi passare un po' di tempo anche nel Museo degli Strumenti Musicali, ma la sezione era purtroppo chiusa :-(
E' stato emozionante però vedere da vicino le "vere" origini del mobile classico, con un'esposizione di pezzi unici che seguono un percorso logico ed esposti in modo tale da valorizzarne le caratteristiche, complimenti quindi ai responsabili del museo.
E' giusto ammettere che mentre passavo qualche minuto davanti ad un cassettone di Maggiolini, per esempio, vedevo diversi altri visitatori "sorpassarmi" verso i pezzi ed i secoli successivi...in ogni caso una visita molto interessante e sufficientemente concisa per essere apprezzata anche dai non addetti ai lavori.
Le origini, fino al Seicento.
In fondo cosa vuol dire "mobile classico"?
Da musicista hobbysta penso un attimo alla musica classica: la musica classica è musica antica "colta" che è sopravvissuta al test impietoso del tempo, è diventata "linguaggio musicale" ed ora, nel 2008, ci sono compositori di musica classica "moderna". Si può dire praticamente lo stesso per i mobili classici: mobili antichi di alto valore artistico per questo sopravvissuti al test impietoso del tempo e diventati "modalità abitativa" ed ora, nel 2008, ci sono produttori di mobili classici "moderni".
Superando la forzatura voluta di questa metafora musicale possiamo dire che innanzitutto il mobile classico è innanzitutto "mobile" (e scusate il gioco di parole!) in quanto per motivi diversi non era certo da intendersi come sistema di arredamento (il concetto di mobili componibili è del secondo dopoguerra nel XX secolo). I poveri avevano pochi mobili per ragioni economiche; i ricchi avevano tanti mobili ma li movimentavano da una residenza all'altra (non sempre ovviamente ma era una modalità diffusissima, anche fra i reali), ed in ogni caso le "ambientazioni" erano abbastanza rarefatte (se si possono usare queste definizioni).
Ecco quindi cassoni e bauli per la movimentazione ed il "corredo", riccamente dipinti con scene mitiche e religiose, tavoli per il pranzo e stipi per riporre. Notevole ovviamente la commistione fra artigianato religioso e produzione di mobili, in quanto spesso la maestria e l'artigianalità richieste facevano capo alle stesse mani esperte: ecco quindi sculture in legno per chiese e cappelle.
Ho fatto una personale selezione dei pezzi più interessanti (a mio modesto parere):
Le immagini più grandi e le descrizioni dettagliate.
Ecco infine la raccolta di immagini scattate ieri al Museo del Castello Sforzesco, con le didascalie dettagliate per i più interessati:
- I mobili classici fino al Seicento
Le didascalie sono state ricopiate dai cartelli esposti sotto alle opere esposte: ringraziamo gli autori ed i responsabili del museo del Castello Sforzesco di Milano a cui va tutto il merito del lavoro svolto.
Il mobile classico nel 2008, nei negozi.
Lasciateci a questo punto la nostra parentesi pubblicitaria per segnalare come, a distanza di secoli, una tradizione così lunga ed importante si sia trasformata in mobili commerciali, accessibili ai più, che prendono spunto dai mobili antichi (o classici) per offrire però un modo moderno di vivere la casa.
Partiamo dai soggiorni classici e dalle cucine classiche e country.
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Prossimamente, appena possibile, la seconda puntata di questa serie con i mobili classici del Settecento e dell'Ottocento.
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