mercoledì 9 aprile 2008

I classici diventano arredamenti di design

Eccoci giunti al terzo periodo storico-artistico in cui ho idealmente diviso le opere esposte al Museo del Castello Sforzesco di Milano.

L'opinione personale.

Dico la verità, da un punto di vista puramente "emozionale" la sezione dedicata al design moderno, il Novecento o XX secolo, è quella che mi è piaciuta meno. Questa opinione non deve assolutamente essere intesa a discredito dei singoli pezzi esposti (alcuni assolutamente brillanti ed unici): più che altro in alcuni di questi pezzi non ho visto quel virtuosismo progettuale od esecutivo che cerco, anche disgiuntamente, in un'opera d'arte.

Eccezioni a questa valutazione sono state la sedia circolare di Bugatti, che ho trovato assolutamente unica, emozionante, veramente anticipatrice di tante cose a venire senza per questo cercare a tutti costi la provocazione gratuita; e la sedia Superleggera di Gio Ponti, un capolavoro progettuale e costruttivo, ai limiti della banalità estetica ma con incredibili innovazioni sapientemente "nascoste" in un design solo apparentemente semplice.

Un'analisi stilistica (sempre personalissima).

Il Novecento vede anche nei mobili la commistione di stili diversi, provenienti da culture diverse: innegabile il feeling "etnico" che offre la sedia di Bugatti, il gusto "nordico" della sedia Superleggera o della scrivania Cavour; il gusto trasversale, a volte funzionalista, od addirittura tipico della cultura pop della produzione di Ettore Sottsass.

Come nella musica, anche nei mobili e nell'arredamento l'abbattimento delle frontiere del XX secolo porta ad una trasmissione di valori culturali esterni che influenzano profondamente i designer, i quali in alcuni casi si identificano in uno stile ben definito e in altri portano avanti una vera e propria "fusion" (concetto presenta anche in cucina).

Ecco l'ultima personale scrematura delle opere più interessanti di questa sezione del Museo:

La scrivania di Alberto Issel, del 1900, in legno e madreperla e la sala da pranzo Domus Nova di Gio Ponti ed Emilio Lancia, del 1927, in legno di noce ed ottone.

La sedia circolare di Carlo Bugatti, del 1902, con legno bicolore con incrostazioni di metallo e rame, pergamena dipinta e decorazioni con passamaneria.

La sedia Superleggera di Gio Ponti per Cassina, del 1957, in frassino naturale e canna d'India e la scrivania Cavour di Carlo Mollino, progettata nel 1949 e prodotta nel 2003, in legno di rovere.

Il tavolo tondo di Ettore Sottsass, del 2000, in legno d'ebano impiallacciato, acciaio e metallo dorato e la cassettiera, sempre di Sottsass e del 2000, in acero scozzese e legno laccato.

La libreria Casablanca di Ettore Sottsass per Memphis, del 1981, in laminato plastico ed il tavolo Tartar, sempre di Ettore Sottsass per Memphis, del 1985, in laminato plastico.



Le immagini più grandi e le descrizioni dettagliate.

Ecco infine l'ultima raccolta di immagini scattate domenica al Museo del Castello Sforzesco, con le didascalie dettagliate per i più interessati:
- Alcuni classici del design del mobile moderno

Le didascalie sono state ricopiate dai cartelli esposti sotto alle opere esposte: ringraziamo per l'ennesima volta gli autori ed i responsabili del museo del Castello Sforzesco di Milano a cui va tutto il merito del lavoro svolto.


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Si chiude qui la nostra serie di articoli sulla sezione "mobili" del Museo del Castello Sforzesco di Milano. Sono personalmente soddisfatto di aver "rubato" un po' di tempo al mio lavoro quotidiano per permettere a tutti di visitare il museo, seppur attraverso i miei occhi ed il mio personalissimo filtro.

Grazie di nuovo ai responsabili del museo e grazie a chi di voi ha letto fin qui senza perdersi nel mio elaborare "barocco"...alla prossima! ;-) (ci vorrà un po' perchè qui in ufficio ci sono un po' di "cosette" da fare).

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