mercoledì 13 febbraio 2008

Letti in pelle bianca

E' la moda del momento: i letti in pelle bianca vanno alla grande in termini di apprezzamento.

La cosa bella è che non si può dire che sia una tendenza passeggera: di tutti i colori che si sono avvicendati negli anni (e ci auguriamo sempre si avvicenderanno!), il bianco è forse quello che rimane più immune al passare del tempo.

Gli abbinamenti con la pelle bianca.
La pelle bianca è perfetta con pavimenti in legno o pietra tendenzialmente scuri, sta bene con il teak e sta bene con il rovere scuro tinto wenghè; vi offre tanta libertà nella scelta dei colori di biancheria per il letto e le pareti. Non abbiate quindi paura di "raffreddare" l'ambiente con un letto in pelle bianca, sarà anzi la "scusa" giusta per spingere un po' di più sui toni caldi (arancio, rosso, giallo, marrone).
Al tempo stesso se proprio non ne volete sapere dei contrasti fra toni caldi e toni freddi potete abbinare qualunque altro colore freddo come l'azzurro, il blu, il verde chiaro, il pervinca.
Una nota a parte merita il colore nero. Va da sè che l'abbinamento di un letto in pelle bianca con un gruppo letto, o delle armadiature in nero lucido ha una resa estetica spettacolare, quasi da "total look". Se si vuole trovare una negatività ad un'impostazione di questo tipo è ammetterne appunto l'assenza di compromessi riconoscendo come sia tutto sommato un'evoluzione degli abbinamenti cromatici in voga verso la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.

La pelle.
Un discorso poi a parte sul materiale. La pelle dona alle superfici una lieve lucentezza che indubbiamente arricchisce la resa estetica; la pelle è naturale, di facilissima manutenzione (solo uno straccetto appena inumidito); più fresca di quanto si possa pensare, anche in estate, sicuramente più fresca ad esempio di un tessuto sintetico. Rimandiamo altri approfondimenti a tante informazioni che si possono trovare in rete al riguardo.

L'ecopelle.
Anche l'ecopelle merita una menzione. Se qualche anno fa avremmo dissuaso i nostri clienti dall'acquisto di un letto in ecopelle ora il discorso cambia. Se prima "si vedeva lontano un miglio" che non si trattasse di pelle naturale, ora con dei concreti progressi in tecnologia, le ecopelli di qualità sono molto belle sia dal punto di vista estetico, che tattile, che funzionale, e permettono un discreto risparmio in termini economici. Attenzione quindi a 2 aspetti: non "snobbate" a priori delle proposte di letto in ecopelle come una soluzione di serie B, in quanto può essere comunque un ottimo materiale e permettervi di investire su altre cose che vi premono; attenzione ai "venditori di fumo" che purtroppo nel nostro settore giocano con le parole e parlando di pelle vorranno poi consegnarvi l'ecopelle sapendo che a letto montato sono quasi indistinguibili (insomma, se "pelle" od "ecopelle" dev'essere chiariamente scritto sul contratto).


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Ecco qui riassunti alcuni modelli di letti in pelle bianca:


Letto in pelle Diamante con testiera alta

Diamante è un letto in pelle dal design moderno contemporaneo che sta piacendo molto in quanto non presenta parti arrotondate ma al tempo stesso non presenta spigoli vivi: le superfici attigue non sono perpendicolari fra di loro, e ciò dona appunto la presenza "materica" tipica di letti meno moderni insieme con la freschezza delle proposte dal design più recente. Qui accanto nella sua versione con testiera alta.


Letto in pelle Diamante con testiera media

I modelli di successo vengono spesso proposti con varianti per la personalizzazione: ecco la testiera abbassata di quasi 30 cm. per darle un aspetto meno imponente. L'altezza rimane comunque tale da sedersi comodamento a letto.




Letto rotondo in pelle Histoire d'O

Che dire...un'icona dell'arredamento per la zona notte. Se ne parla già su questo blog in un articolo dedicato, se ne parla sul sito Diotti A&F in diverse schede prodotto.
In questa sede non abbiamo molto da aggiungere se non far notare come anche in pelle bianca Histoire d'O mantenga un fascino e delle funzionalità uniche: è anzi proprio in questa versione che acquista di raffinatezza e sobrietà che altri abbinamenti (per quanto efficaci su altri livelli) non riescono a comunicare.

Letto in pelle od ecopelle Astor

Grande apprezzamento del pubblico e di noi operatori per il letto Astor. Giroletto arrotondato con box contenitore, testiera dritta ma fortemente imbottita, incarna perfettamente quel concetto di "moderno emozionale" introdotto da Snaidero per le cucine e qui espresso al meglio per i letti imbottiti. Disponibile in pelle, tessuto ed ecopelle, l'abbiamo realizzato sia con il bianco nella foto (un bianco ghiaccio), che con il bianco ottico (in quel caso abbinato a comodini completamente rotondi laccati bianchi lucidi).



Letto in pelle od ecopelle Bambò

...e voi direte "ma sei daltonico!?" ;-)

Scherzi a parte, il letto Bambò offre le forme avvolgenti del letto Astor contenute in una profondità minore adatta alle stanze più piccole. L'abbiamo inserito qui, nonostante nella foto sia rappresentato in tessuto verde, in quanto l'abbiamo già realizzato più volte in pelle od ecopelle di diversi colori, soprattutto bianca...cercheremo di trovare l'occasione di fotografarlo con quel rivestimento e colore in quanto veramente viene valorizzato. In particolare l'ecopelle di Bambò, poi, è di qualità elevatissima tanto da sembrare veramente pelle naturale.

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Bisogna ammettere che questa è già una bella selezione, poi in realtà ci sono svariati altri modelli di letto che vengono valorizzati dalla pelle bianca...scopriteli nei negozi di mobili sotto casa...o qui da Diotti A&F! ;-)

mercoledì 30 gennaio 2008

Corti ed artigiani della Brianza..."c'erano una volta".

Questo è un post un po' particolare, perchè esula dall'arredamento d'interni di cui normalmente si parla in questo blog: esprime invece un piccolo-grande sfogo quotidiano, come quelli che abbiamo tutti.

La premessa.
Abito a Cesano Maderno, un comune in provincia di Milano all'estremità sud di un'area geografica, la Brianza, che proprio grazie ai mobili ed all'arredamento è diventata "famosa" in tutto il mondo. Vivo tuttora nella casa dove sono nato, e crescendo mi sono quindi abituato allo spazio circostante: condivido ora con voi il mio "scoramento" quando ho visto che...
...che hanno abbattuto una "corte", una casa a corte..."e allora!?" direte voi ;-)

Cosa c'era e la bellezza della semplicità.
Si dice a volte che le persone non apprezzino a sufficienza la bellezza delle cose semplici che gli stanno vicino. Come apprezzo sempre, ogni giorno, le Prealpi ed il Resegone che vedo in lontananza dal terrazzo di casa, al tempo stesso apprezzavo la bellezza di questa tale via di Cesano Maderno dove c'era questa corte.
Una via abbastanza lunga, aperta, ora un po' trafficata, con una lieve discesa che offre una bella prospettiva delle case che si hanno davanti, una lunga fila di "vecchie" case a corte.
La loro bellezza stava nella successione ininterrotta di corti diverse per colori e proprietà, ma tutte unite da una filosofia costruttiva rappresentativa della storia locale. Pur essendomi perfettamente abituato alla loro vista era sempre comunque bello godere della prospettiva di queste case basse, a 2 piani, tutte allineate ed attigue ma nessuna alta esattamente come quelle accanto; ognuna con il proprio colore "antico" ed le proprie persiane in legno verniciato. Una scena inaspettatamente pittoresca per chi vuole lasciarsi affascinare dal fascino delle cose semplici.
All'interno dei tipici portoni in legno, tutti uguali e tutti diversi, coperti dal secondo piano a fare da ponte, ecco i cortili su cui si affacciavano le botteghe dei falegnami e le loro abitazioni: un pezzo di storia della Brianza insomma. I laboratori di falegnameria in quelle corti non ci sono più da un pezzo, trasferite in capannoni più spaziosi ed adatti alla crescita professionale di quegli artigiani che sono diventati nel tempo "aziende" del mobile; ma la bellezza della via era rimasta immutata, con abitazioni che sono andate nei decenni a sostituire le piccole botteghe.

Cosa "non" c'è ora per il progresso che avanza.
Ebbene, hanno abbattuto una corte proprio in mezzo a questa bella "fila" e ci faranno un bel "condominietto". Ora non voglio suonare come il bravo Celentano nella sua "via Gluck" e fare l'innocente a tutti i costi: lo so che "le corti praticamente non avevano posti auto, non erano efficienti dal punto di vista della gestione degli spazi, ristrutturare sarebbe probabilmente costato di più che abbattere e ricostruire,..." e così via.
Sicuramente la società immobiliare che sta gestendo l'operazione ha fatto i suoi conti, mi spingo addirittura a dire che forse davanti ai "ritorni" previsti avrei anch'io operato come loro, però...

La mia domanda.
...al tempo stesso mi chiedo come mai in alcuni casi non si possa allargare o restringere una finestra, oppure anche solo rinnovare un cancello elettrico, senza "incappare" in regolamenti di ogni genere ed invece a volte viene permesso di stravolgere la prospettiva di un'intera strada, pittoresca ed a suo modo "storica".

La memoria.
Mi rimane però almeno il ricordo di questa strada a me così famigliare di cui, sapendolo in anticipo, avrei volentieri scattato una bella fotografia..."c'erano una volta le corti e gli artigiani della Brianza" :-)

venerdì 11 gennaio 2008

Un'altra "balla"...la valutazione del mobile usato

Eccoci quindi con un altro "segreto di Pulcinella" del settore dell'arredamento: la famosa "supervalutazione" dell'usato è un'invenzione bella e buona.

Il concetto di fondo.
Il mercato del mobile usato non esiste in quanto un arredamento montato sulla parete per cui è stato pensato ha un suo valore (relativo a gusto, qualità, valore al nuovo) che si riduce in modo molto molto consistente quando il mobile è da disassemblare, trasportare e rimontare altrove.
Ciò accade perché ci sono in commercio arredamenti nuovi che costano comunque meno od appena di più della cifra a cui un negozio potrebbe rivendere un mobile usato “valutato” al proprio cliente: a ciò va aggiunto il grande "plus" di un mobile “nuovo” di cui il cliente può scegliere materiali e misure.

Quei "birichini" che ne fanno un metodo di vendita...
I negozi che pubblicizzano la valutazione (o super-valutazione) dell’usato non stanno facendo altro che ingannare la propria clientela: la prova che si tratta di una "balla" sta nel fatto che un mobile usato e “valutato” non è vendibile.
Un'azienda può “valutare” e pagare un qualcosa che poi non riesce a rivendere? Sicuro…basta “caricare” i prezzi dei mobili nuovi per “far finta” di fare una valutazione dell’usato.
“Ma il mio negoziante di fiducia mi dice che mi valuta il vecchio soggiorno...e mi fido di quello che mi dice”. Bene…da questo “negoziante” si può comprare un mobile usato? Se ritira i mobili usati allora deve anche rivenderli. C’è uno spazio/reparto dove è possibile visionare gli arredamenti usati per ragionarne l’acquisto?
Non ci sono spazi di questo tipo nei negozi: chi vi propone la super-valutazione dell'usato sta applicando semplicemente una tecnica di vendita per sembrare più conveniente.

Qualche esempio di vendita dell'usato (non "valutazione").
Il fatto che la super-valutazione dell'usato per i mobili sia una "bufala" non significa che non ci possa essere un mercato...fra privati.
Io ho mobile ancora piacevole, tutto sommato "ben messo", e decido di venderlo: posso venderlo su ebay (sezione Casa-Arredamento-Bricolage), su arredousato-punto-it, su secondamano-punto-it (sezione Per la Casa)...in questo caso se non sarò troppo esoso troverò qualcuno che lo comprerà. Ciò è possibile perchè chi vende non ha i costi di un negozio e chi compra di sicuro se lo monterà da solo e spesso volentieri lo trasporterà anche...questa assenza di costi rende micro-economicamente conveniente la transazione.
Un'altra situazione è quella in cui dei bei mobili su-misura vengono venduti insieme con l'abitazione: in questo caso l'arredamento non viene smontato ed ecco che se il gusto è compatibile fra vecchio e nuovo proprietario si fa un affare in due!
Quanto chiedere o quanto pagare per un mobile usato? Difficile dirlo. Immaginiamo una cucina su-misura perfettamente adattata alla stanza, 4-5 anni di vita, elettrodomestici che non siano fuori produzione, senza difetti evidenti...una buona mediazione potrebbe essere il 50% del valore originario (tenete sempre i contratti d'acquisto).
Per chi vende: se fosse anche meno del 50% accettate lo stesso. L'affare conviene a tutti e due, ma conviene più a chi vende perchè avete davanti 2 opzioni: a- prendere magari un 30% e non dovere far nulla; b- non prendere nulla e dover poi smontare la cucina per poi non sapere cosa farsene (partendo dal presupposto che non si riesca ad adattare bene alla cucina nuova). Quindi conviene "trattare" ed eventualmente "cedere" un po'.
Che dire...buoni affari! ;-)

Un servizio utile, a volte difficile: il ritiro dell'usato.
Il ritiro dell'usato può essere un bel servizio che un mobiliere offre al proprio cliente che compra la nuova camera da letto e deve "disfarsi" di quella vecchia di 30 anni.
Perchè difficile? Perchè adesso le discariche comunali non rendono facile la vita a chi deve scaricare merce voluminosa come l'arredamento: ecco le tesserine personali per cui ognuno deve presentarsi alla propria discarica ed eventualmente anche pagare dei contributi al Comune.
Ad esempio la Diotti A&F offre questo servizio gratuitamente ai propri clienti, ma richiede di accettare un bel regolamento in cui sostanzialmente il cliente riconosce questa situazione di regolamenti specifici e collabora con noi per la riuscita dell'operazione.

mercoledì 9 gennaio 2008

Lavorare in un negozio di mobili e arredamento d'interni

I nostri clienti cercano il loro arredamento ideale, e noi cerchiamo collaboratori per aiutarci a crescere e migliorare.
Negli ultimi anni siamo cresciuti molto ed il trend è sempre positivo; ora siamo una squadra di 20 persone e dobbiamo crescere ancora. Un negozio di mobili tradizionale, indipendente, a gestione famigliare...ma con un gran desiderio di innovazione!

Ecco qui sotto le nostre offerte di lavoro:

Arredatori d'interni
I nostri arredatori seguono il cliente, come si suol dire, "dalla A alla Z"...o quasi! ;-)
"Quasi" perchè per consegne ed assistenze abbiamo personale apposito, ma effettivamente i nostri arredatori sono dei consulenti d'arredamento in quanto accompagnano il cliente in esposizione, illustrano le collezioni, sviluppano progetti e preventivi, stipulano contratti di vendita, effettuano i rilievi misure, sviluppano l'ordine per la produzione, collaborano con il Servizio Assistenza per il post-vendita.
Posizione per la quale è determinante aver svolto le stesse mansioni in altre aziende commerciali del settore. Lavoro difficile, impegnativo ed altamente remunerativo. Se sei un arredatore "devi" cogliere l'opportunità di inviarci il tuo profilo! ;-)
Invialo alla casella jobs@diotti.net

Content Manager
Hai una sana passione per l'arredamento e la scrittura?
Sai usare discretamente i computer, ti muovi agilmente in rete e conosci bene la lingua inglese?
Pensi ti possa piacere il marketing ed in particolare il marketing online?
Lavora con noi ad un progetto nuovo ed unico nel suo genere! :-)
Profilo alla casella jobs@diotti.net

Reception-Contabilità
La nostra receptionist (od il "nostro") accoglierà i clienti illustrando il lay-out del negozio, gestirà il centralino telefonico, collaborerà al generale funzionamento delle attività caratteristiche dell'ufficio collaborando con direzione, arredatori, consegne, contabilità. Una mansione variegata con orari d'ufficio dal lunedì al venerdì.
Non è determinante l'esperienza pregressa nel settore dell'arredamento; importante aver ricoperto una posizione analoga in esperienze precedenti.
Profili alla casella jobs@diotti.net

Magazziniere
Il nostro magazziniere gestisce la logistica in entrata ed in uscita durante le fasi di carico-scarico, produzione e verifica dei documenti, controllo qualità. Lavora in collaborazione con il Responsabile Consegne per la preparazione delle consegne alla clientela.
Non determinante l'operatività con muletto quanto la precedente esperienza in magazzini/logistica del settore arredo.
Profili alla casella jobs@diotti.net

Se avete un interesse ad una di queste posizioni inviate il vostro profilo alla caselle di posta indicate...sarà valutato con attenzione :-)

giovedì 3 gennaio 2008

Un blog molto interessante...sui loft!

Buon anno a tutti, con il primo post del 2008 per segnalarvi un blog molto interessante: un blog sui loft... I love my loft

Una sera è venuto a trovarmi in ufficio il mio caro amico E., che ha appena acquistato un bel loft a Seregno (MI)...stavamo parlando dell'arredamento che andrà ad inserire ed ecco che, visto che lavora come webmaster per una grande azienda, un po' per scherzo gli ho detto "Dovresti scrivere un bel blog per raccogliere tutti le 'fasi' del tuo loft, dall'acquisto, alla fine lavori, all'arredamento..."

Abbiamo cercato online...ed ecco subito trovato questo blog abbastanza nuovo ma molto interessante e soprattutto aggiornato costantemente.

Ci sono un sacco di sezioni interessanti, con un'attenzione particolare ad arredamento e decorazione. Si tratta di un blog "di nicchia" circa un argomento ben definito: I love my loft ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per i loft online.

lunedì 24 dicembre 2007

Qualche riflessione (molto libera) sul settore dell'arredamento e sulla Diotti A&F

Eccoci qui...è arrivato il 24 dicembre 2007, vigilia di Natale.
L'azienda è chiusa, sono in ufficio per i fatti miei e fra circa un quarto d'ora mi incontrerò con il mio amico e webmaster E. (niente nomi per ragioni "contrattuali" ;-) )
Sono praticamente 6 mesi che non riesco a trovare il momento giusto per scrivere su questo blog e farlo "crescere"...un pomeriggio in ufficio la vigilia di Natale mi sembra il momento giusto per scrivere qualche riflessione sul settore dell'arredamento e sulla nostra azienda.
(nel frattempo ho avuto un bell'incontro con il mio webmaster ed abbiamo pianificato tante novità per i prossimi 2-3 mesi, ne vedrete delle belle!).

I nostri risultati.
Qui in Diotti A&F siamo contenti perchè nel 2007 abbiamo avuto un'ulteriore crescita netta...ed è da quasi 13 mesi che non spendiamo un euro in pubblicità. Secondo me non è cosa da poco, in quanto vuol dire che sono la soddisfazione della clientela ed accorte politiche di prezzo a spingerci in avanti.
La soddisfazione della clientela è ovviamente un qualcosa per cui "combattiamo" ogni giorno, uno sforzo continuo che evidentemente da i suoi frutti e per cui anche dobbiamo ringraziare tutti i membri della "squadra", dagli arredatori alla logistica, dall'amministrazione ai tecnici montatori. Per quanto riguarda le politiche di prezzo, invece, siamo felici di poter dire che la Diotti A&F riesce a garantire un ottimo rapporto qualità-prezzo anche grazie all'eliminazione di costi che non aggiungono nulla all'esperienza d'acquisto del nostro cliente: ci sono aziende d'arredamento dove si investono percentuali importanti del fatturato in comunicazione (ho provato a sentire fino al 12%!): va da sè che percentuali così importanti devono essere in qualche modo fatte "rientrare" con prezzi che tengano presente un simile esborso.
Quindi siamo contenti di aver lavorato bene nel 2007 e sentiamo che saremo stimolati a lavorare ancora meglio nel 2008.

Cosa si sente dire in giro da mobilieri e rappresentanti...
...ed in parte notiamo anche noi.
Purtroppo l'economia italiana non "gira" al meglio, ed è in queste situazioni in cui i bisogni "minori" vengono sacrificati: l'arredamento viene visto come bisogno minore sempre più spesso (purtroppo).
Ho iniziato a respirare arredamento ben prima di entrare nel settore come operatore, e da sempre sento che i colleghi mobilieri "piangono" continuamente...ho imparato così a non fidarmi troppo delle lacrime da mobiliere! ;-)
Scherzi a parte, nonostante la Diotti A&F sia contenta di come vanno le cose dobbiamo ammettere che ci accorgiamo anche noi di come "la gente" (perdonate l'espressione generalista) faccia veramente fatica a permettersi alcune soluzioni d'arredamento o, a volte, molto più prosaicamente, preferisca spendere i propri soldi per soddisfare "altri" bisogni. Lo notiamo per il fatto che tante coppie di ragazzi che si sposano o vanno a convivere non acquistano più tutto l'arredamento ma fanno un poco alla volta; come del resto anche chi si trasferisce in case non nuove punta sempre di più sul trovare forme di accordo di compra-vendita con il venditore dell'immobile. Ciò, volendo ben vedere, ha anche una valenza positiva, in quanto potrebbe indicare che, in fondo, si preferisce fare le cose un po' alla volta, e fatte bene, anzichè acquistare "tutto subito" dovendosi però accontentare di mobili di basso costo (e basso valore).
Ecco, ma cosa si sente "dire in giro"!? "Un po' di tutto" la risposta ;-) ...ma all'interno di questo calderone di opinioni un'impressione diffusa è quella della "concentrazione": i negozi di arredamento più grandi diventano sempre più grandi e quelli piccoli diventano sempre più piccoli od addirittura chiudono (un peccato per la tanta professionalità che va a perdersi).
Un aspetto positivo che emerge è che i clienti sono disposti a percorrere qualche kilometro in più per servirsi presso le aziende che ritengono migliori come proprio partner nell'arredamento. E' per questo che ora la Diotti A&F serve regolarmente mobili e arredamento d'interni in tutta la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, l'Emilia, la Svizzera ed il sud della Francia: sapere che ci sono persone che percorrono 300 km per venire a trovarci ci riempe di soddisfazione e di stimoli nuovi per il futuro.

Quindi il 2008?
Innanzitutto nel 2008 potremo festeggiare i 40 anni dall'apertura qui a Lentate sul Seveso. Dico la verità...non sappiamo ancora cosa ci inventeremo ma è l'occasione giusta per una promozione in grande stile, dobbiamo trovare l'idea giusta perchè le cose o si fanno fatte bene o non si fanno! ;-)
Nel 2008 proseguiremo con il miglioramento continuo del negozio offline, del negozio online e del servizio alla clientela: in quest'ottica, ad esempio, rientrano diversi nuovi inserimenti di collaboratori, arredatori, tecnici, personale per logistica e servizio ai clienti.


Che dire...ringraziamo tutti, collaboratori, fornitori ed ovviamente tutti i clienti! :-)
Buon Natale, buon 2008 ed arrivederci a presto (sempre più frequentemente non appena riuscirò ad organizzarmi).
Grazie di cuore :-)

lunedì 4 giugno 2007

La "balla" dell'ingrosso mobili.

"Ingrosso mobili" di qui, "ingrosso mobili" di là...fra fiere, telemarketing, internet veniamo bombardati di messaggi che sembrano prometterci la strada più semplice verso la "terra promessa" del mobile acquistato con risparmi "di diverse migliaia di euro".

Il concetto di fondo.
Il concetto è molto molto semplice quanto purtroppo efficace: si crea un parallelismo fra i negozi d'arredamento ed i fruttivendoli.
I fruttivendoli non acquistano la verdura direttamente dai produttori/coltivatori, e ciò per ragioni prettamente logistiche: si assegna così ai grossisti una funzione aggregativa che permette di abbattere costi logistici altrimenti troppo rilevanti.
I presunti "grossisti di mobili" vogliono farci appunto credere all'esistenza dei grossisti nel campo dell'arredamento. Partiamo dalla fine dunque: nel campo dell'arredamento d'interni NON ESISTONO GROSSISTI, se non "qualche" forma di distribuzione all'ingrosso che poi approfondiremo. I negozi di mobili ed arredamento acquistano le collezioni direttamente dai produttori, senza eccezioni.
Mobili ed arredamento sono beni ad alto costo unitario e prodotti su commessa che rendono assolutamente inutile la presenza di un grossista-distributore. Gli unici articoli, infatti, in cui esistono (e possono avere un senso) i grossisti sono appunto gli elettrodomestici da incasso ed alcuni tipi di complementi d'arredo (guarda caso proprio beni a basso costo unitario e prodotti a stock).

Come si propongono?
Cosa fanno quindi questi "cacciatori di teste"? Ti dicono "non comprare da un negozio che compra i mobili da noi grossisti...compra da noi grossisti!". A questo concetto di base si aggiunga tutto il marketing aggressivo su cui si sostengono queste organizzazioni: stand in fiere per sposi e per la casa, telemarketing, marketing piramidale che sfrutti la rete di amicizie e parentele...insomma tutti i mezzi tipici di quelle realtà che vanno avanti qualche anno e poi "spariscono" più o meno intenzionalmente dopo aver creato un sacco di guai a clienti, fornitori e collaboratori.
Chiaro segno della "bufala da grossista" è l'offerta di un fantomatico "pass" o tessera speciale per entrare in quel sancta-sanctorum che sarebbe (nientepopodimeno) l'esposizione dove i mobilieri vanno a comprare i mobili (veramente la cosa fa sorridere): beh, molto semplicemente, appena vi offrono uno di questi pass state alla larga! ;-)
Ammettiamo però di accettare uno di questi pass "limitati" (tanto limitati che sentono l'esigenza di disfarsene prenotando spazi in una fiera commerciale). Andiamo e veniamo accolti con tanta prosopopea da uno o più venditori, magari venendo accompagnati da un nostro presunto amico o conoscente che prenderà una percentuale sui nostri acquisti. All'interno di questa esposizione (spesso neanche di proprietà dell'organizzazione ma addirittura di uno di quei mobilieri che acquisterebbe i propri mobili dal grossista), ecco che ci viene rispiegato come siamo dei privilegiati avendo la possibilità di risparmiare diverse migliaia di euro sui nostri acquisti, e ciò appunto "saltando un passaggio"; ci viene anche spiegato per "per ragioni commerciali" dovremo prendere una decisione subito dopo aver visionato il preventivo, prendere o lasciare...
...ma io dico! (e qui mi "infervoro" come il bravissimo Greggio di Striscia la Notizia) ...ma come fa a reggere un ragionamento di questo tipo, una vera "trappola per topi" (e scusate la forza dell'affermazione).

Prezzi e servizio.
Sui prezzi e sul livello di servizio che effettivamente si riescono ad ottenere da questi "grossisti" c'è tanta variabilità.
Il livello professionale dei venditori è in genere basso, come basso il livello delle squadre di montatori "padroncini"; al tempo stesso ho parlato con persone che hanno acquistato da queste organizzazioni ed erano assolutamente soddisfatte, anche se, diciamo, la percentuale è "bassina".
I prezzi sono molto variabili: i venditori partono da prezzi altissimi per scendere gradatamente. Il risultato è che so di persone che hanno spuntato ottimi prezzi, come di altre (la maggior parte) che credendo di risparmiare ha speso come in un normale negozio (ma senza le garanzie del caso), ed altre ancora che sono state pesantemente "fregate" con prezzi abbondantemente sopra il livello corretto.

La storia triste e come evitare certe disavventure.
L'anno scorso o due anni fa ormai è successo? Proprio qui in Brianza uno di questi "ingrossi" ha chiuso in maniera fraudolenta lasciando mille famiglie (1000!) che avevano versato acconti, o stavano già pagando rate di finanziamenti, senza i mobili ordinati: disperazione, cause legali, fornitori non pagati, collaboratori senza stipendi, clienti truffati e giustamente amareggiati. Per evitare simili disavventure basta rivolgersi a rivenditori "storici" della vostra zona, negozi che non promettono ricette magiche per farvi risparmiare ma che hanno acquisito nel corso dei decenni un nome di valore (che spesso è il nome della famiglia).
Veniamo a noi per un istante (e qui scatta la mia parentesi pubblicitaria). La Diotti A&F si rivolge principalmente alla clientela privata, ma abbiamo rapporti stabili in Italia ed all'estero con architetti, mobilieri, artigiani che acquistano le nostre collezioni: ebbene...uno di questi "presunti grossisti" ogni tanto acquista da noi prodotti che non può ottenere altrimenti. Questo fa di noi un grossista? No, siamo una "grossa esposizione" di mobili che propone a volte collezioni molto diffuse, a volte collezioni "esclusive", ed ecco che in alcuni casi ci sono aziende che acquistano da noi per poi rivendere al cliente finale.
Che dire...state attenti e diffidate di chi vi propone simili affari, anche se si tratta di un vostro conoscente o parente...non esiste alcun "ingrosso mobili".

lunedì 28 maggio 2007

I mobili, il salotto, la TV: da tenere a "debita distanza" ;-)

Ecco un argomento che di tanto in tanto "salta fuori" nei discorsi fra arredatori ed i loro clienti: qual è la giusta distanza che si deve tenere dal televisore?

L'occhio umano ha una "risoluzione" che ci rende capaci di distinguere due punti posti ad 1/60 di grado di distanza tra loro. Stiamo parlando dell'angolo visivo più piccolo nel quale la vista umana è in grado di distinguere un oggetto e quindi, trasportando la cosa alla televisione, di distinguere i pixel che fanno parte della matrice di un TV Lcd o plasma.
Grazie a questo dato è stato possibile calcolare la distanza di visione ottimale, dalla quale si vede alla perfezione tutta la reale risoluzione del pannello.

La regola.
Per un televisore HD (High Definition) è necessario moltiplicare la diagonale per 2,3 mentre per una televisione Full HD il moltiplicatore è di 1,5.

Come si applica.
Abbiamo un 50" LCD, moltiplichiamo 50 per il 2,54 (1 pollice = 2,54 centimetri) ed otteniamo una diagonale di 127 centimetri; moltiplichiamo 127 cm. per 2,3 od 1,5 a seconda del tipo di televisore che stiamo considerando ed ecco che la distanza migliore è di cm. 292 per uno schermo HD e cm. 191 per uno schermo Full HD.

Ovviamente essendo arredatori non possiamo "concepire" di scegliere prima la TV e poi studiare l'arredamento intorno al televisore...scherzo ovviamente ;-)
Certamente si tratta di qualcosa che possiamo e dobbiamo fare, ma è un processo opportuno quando il cliente sente in modo pressante l'esigenza di realizzare un home-theater perfetto dal punto di vista tecnico; altrimenti, per un uso casalingo normale, sono adeguate anche misure inferiori a quelle che emergono da questa "regola".
Il calcolo della distanza giusta dal televisore infatti per un arredatore diventa "come scegliere il televisore in relazione alla distanza": possiamo quindi progettare il vostro arredamento, misurare la distanza fra TV e schienale del divano, "dividere" questa distanza per i suddetti coefficienti, ricavare così la diagonale in centimetri ed ottenere infine la giusta diagonale in pollici.

...ed ecco che il vostro arredatore può essere consulente d'arredo anche per la scelta del giusto formato di televisore.

sabato 26 maggio 2007

Il "made in Italy" è sempre avanti, anche se...

...anche se il gusto anglosassone nell'arredamento d'interni può essere sempre spunto anche per noi arredatori italiani.

Come ho accennato all'apertura del blog ho un rapporto abbastanza "stretto" con la cultura anglosassone: viaggiando per Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, ed avendo ovviamente una deformazione professionale congenita, mi sono sempre soffermato ad osservare i mobili e l'arredamento che trovavo.


Il gusto e le tendenze.
La differenza principale fra gli arredamenti italiani e quelli anglosassoni sta nel differente approccio alla decorazione. Te ne accorgi semplicemente visitando normalissime abitazioni della cosiddetta "working class" o sfogliando "magazines" dedicati...ma il modo in cui me ne sono personalmente convinto è parlando di me stesso.

Negli ultimi 4 anni ho viaggiato molto e conosciuto (conosciuto bene in molti casi) tantissime persone da tutta Europa ed anche dall'Estremo Oriente. Quando nelle fasi iniziali della conoscenza si arriva alla domanda "What do you do for a living?", la mia risposta è ormai da qualche anno "Well...I'm an interior designer", senza dilungarmi su quello che faccio in dettaglio.

Sono proprio coloro che si interessano di più alla cosa (forse per cortesia, forse per reale interesse), che mi fanno accorgere di queste differenze. "...ma quindi come funziona? I clienti vengono da te e tu gli decori la casa?"

La differenza sta tutta lì, nella decorazione, e da sempre il concetto stesso di decorazione è strettamente connesso ad una concezione classica dell'arredamento.

Cosa non mi piace.
Partiamo quindi dalle cose in cui gli anglosassoni (a cui io sono tanto affezionato, non me ne vogliano) sono un po' "indietro": innanzitutto un certo tipo di mobile moderno noioso (poco componibile), di basso livello qualitatitivo e di scarsa personalizzazione; poi abbiamo le immancabili ed omnipresenti moquette (la loro "carpetry"). Ad eccezione di qualche loft "super-chic" direi che la moquette è assolutamente immancabile dalle abitazioni inglesi, spesso (sigh) anche in bagno. La moquette innegabilmente offre potenzialità decorative che pietre e parquet non offrono, è morbida, "calda"...ma spesso poco pratica e poco igienica (prima ancora di esprimere valutazioni estetiche). Forse per abitudine personale devo ammettere che potrei diventare un supporter delle moquette per le camere da letto: con una sobria tinta unita, dopo essermi lasciato le "sporche scarpe" nell'armadio guardaroba, posso godermi la morbidezza ed il colore della moquette senza preoccuparmi dell'aspetto pulizia-igiene.

Cosa invece mi piace.
Sul mobile classico già gli anglosassoni se la cavano di più che sui mobili moderni ;-)
Ci sono bellissime collezioni di sale da pranzo, un po' perchè le sale da pranzo sono particolarmente adatte alla classica configurazione di tavolo-credenza-vetrina, un po' perchè le abitazioni sono spesso conformate con la stanza salotto e con la stanza tinello magari non grandissime ma ben distinte.
Dove però il gusto inglese veramente brilla è nell'armonica commistione di linee e colori che si crea dal coordinamento fra moquette, carte da parati (spesso più carte sovrapposte), tende, tovaglie, cornici in gesso, zoccolini decorati e così via... A volte questi elementi sono anche fastidiosi se li si vuole mantenere con dell'arredamento moderno in quanto creano spessori che mal si conciliano con il concetto di mobili su-misura, ma bisogna ammettere che aiutano a rendere l'idea di ambiente perfettamente coordinato.
E' per questi concetti in fondo che i miei amichetti stranieri pensano appunto che mi occupi anche di queste cose ;-)
...e voi direte "ma allora su cosa possiamo prendere spunto?" Beh, sugli imbottiti per esempio, siano essi letti o salotti, gli anglosassoni mostrano, come del resto i francesi, una passione particolare che li spinge a lavorare sull'accostamento di tessuti diversi: in fondo anche il concetto di "table habillè", tavola abbigliata, usato come comodino o tavolino, ha la stessa origine.

Un'ultima differenza (ed un arrivederci).
Gli anglosassoni si traferiscono molto più spesso di noi e questo li porta a vendere armadi (spesso armadi a muro) e cucine insieme con la loro abitazione. Da qui un'attenzione maggiore per i letti, i salotti e l'area giorno in generale.
Appena possibile cercherò di postare le immagini di una recente fornitura fatta ad un nostro caro cliente di Harpenden, a nord di Londra.

Indicizzazione: nuovo stimolo :-)

Oggi ho riscontrato che finalmente Google ha iniziato ad indicazzare questo blog su mobili ed arredamento d'interni.

Ovviamente sono personalmente soddisfatto ed ulteriormente stimolato a trovare il tempo, il modo, di scrivervi sempre più spesso e regolarità di arredamento.
Riuscirò a scrivere sempre di più quando finalmente troverò un aiuto qui in ufficio, risparmiando un po' di tempo su lavori "meccanici" e trovando più tempo per le mie "passioni", siano esse la musica o l'arredamento d'interni ed internet.
Quindi, in fondo in fondo...si parte ora! ;-)

A presto! :-)

P.s. Perchè un blog come il mio? Perchè potete leggere di arredamento sul forum di arredamento.it e leggere opinioni interessanti di clienti più o meno "educati" sulle tematiche; oppure potete leggere qualcosa su quei siti di rivenditori e produttori di mobili che qualche attenzione in più dedicano al content;...
La differenza di questo blog rispetto agli altri che trattano di mobili ed arredamento d'interni è qui troverete la professionalità di un arredatore con la schiettezza di un consumatore...in fondo, non devo vendervi nulla! ;-)