Ogni arredo, soprattutto se progettato e creato con l'intento di unire la funzionalità al design, è di per sè bello e speciale.
Ma l'incontro perfetto tra un arredo e chi deciderà di possederlo in casa è come il colpo di fulmine tra due anime gemelle: unico, puntuale, irripetibile, imprevedibile. Uno sguardo ed è subito amore, tra due elementi che nel mondo sono stati creati appositamente per vivere insieme.
In parole molto più povere è l'eterno dilemma tra oggettività e gusto soggettivo: ogni cosa può ossere oggettivamente in un modo ed essere vista soggettivamente da ognuno in modo diverso. Soprattutto quando si parla di casa: è questo infatti il luogo in cui la personalità più intima di ogni persona si esprime appieno. E' in casa che c'è la verità; in casa ci sono pregi e difetti, vergogne e gioie. Scegliere un arredo quindi è un po' come scavare dentro se stessi e aprirsi a un nuovo amore, il quale comprenda tutto il significato del proprio io.
Il periodo che precede acquisti così importanti come gli arredi di un'abitazione, è ricco di pianificazione: cataloghi, pagine internet, schizzi, idee, appunti, disegni. Ma è anche, forse ancora più ricco, di indecisione. Le possibilità di scelta sono così tante, che spesso ci si perde dietro a questioni meramente pratiche o a convinzioni di gusto che poi non corrispondono a verità.
Tutto questo per dire che quando si progetta l'arredamento di una casa, tutto è lecito. O meglio: tutto è lecito al momento dell'acquisto.
Tutto questo per dire che nell'istante preciso in cui si sceglie, fisicamente, un arredo, un rivestimento, un colore o una forma, è lecito, anzi forse è necessario, cambiare idea.
Cambiare, stravolgere anche completamente quel che si è pensato fino a quel momento, capovolgere tutto ciò che si è progettato in tanti giorni, settimane persino mesi, per amore di un oggetto visto all'ultimo minuto utile. E magari non si tratta di un accessorio, ma di un intero stile d'arredo.
Dubbi, felicità, emozione, addirittura terrore, bloccano i pensieri e il battito del cuore. Sarà poi la scelta giusta? Spesso nemmeno la si intraprende, perchè i mesi passati a progettare sono più forti di tutto, anche di un sentimento viscerale come un amore. E in questo caso, a mio parere, si sbaglia.
L'istinto nello scegliere gli interni di una casa è quel pizzico di ignoto in più che rende misteriosi i motivi di una scelta, ma che nel contempo la trasforma in qualcosa non solo di possibile, ma anche di profondamente giusto.
I progetti, le idee, i dubbi, i ripensamenti, i disegni, i cataloghi, i mesi passati a pensare e creare, non sono inutili. Sono la base, perchè anche misure, praticità, prezzo e funzionalità sono fondamentali. Ma per una questione meramente estetica, per il fascino del bello, per appagare la nostra anima che vola come nel Fedro di Platone, l'istinto deve, deve, deve essere ascoltato.
Un umile consiglio, da chi si è lasciata appena travolgere, sconvolgendo ogni cosa proprio all'ultimo.
1 commento:
Hai assolutamente ragione Olivia :-) Personalmente lo dico spesso ai miei clienti quando li vedo indecisi su un'alternativa sulla quale le 2 opzioni sono in fondo entrambe corrette, bensì solo diverse interpretazioni dell'arredo e del vivere la casa. Non arrivo a dire "che la forza sia con voi", ma anch'io come arredatore consiglio sempre di seguire l'istinto...sorprendentemente "guida" molto bene! ;-)
Posta un commento