mercoledì 22 aprile 2009

Salone del Mobile di Milano 2009

Per il Salone 2007 ho spiegato, più o meno simpaticamente, perchè non ci sarei andato; per il Salone 2008, invece, ho raccontato una particolare aneddotica della mia giornata al Salone.

Per il Salone del Mobile di Milano 2009, invece, non ho molto da raccontare..."ma come!?" direte voi, "un professionista del mobile, al salone del mobile, e non c'è molto da raccontare!?".

Sarà stata la tanto sbandierata etichetta di "salone dei record", con presunto record di espositori presenti; sarà stata l'abitudine alla pletora di proposte che fa attivare un filtro naturale che screma sia il "già visto" che il "bizzarro"...per un motivo o per l'altro non ricordo nulla di memorabile da questa giornata di "passione" spesa percorrendo i chilometri e chilometri del tappeto rosso dei corridoi.

Vero, moltissimi nuovi espositori, ma anche stand particolarmente piccoli che non riescono certo a rappresentare la completezza di gamma di aziende che propongono collezioni anche molto ampie.

In termini stilistici e qualitativi ho notato una chiara "convergenza": le aziende medie si "alzano" sia in termini di design che di contenuti tecnici e materiali; le aziende percepite come alte semplificano linee e particolari per contenere i costi. 
Le aziende che elevano lo fanno per staccarsi dalla concorrenza cercando di essere sempre più propositive, mentre le aziende che "limano" lo fanno per superare questo momento contingente, felice per alcuni, ma molto difficile per tanti altri: motivazioni diverse che spingono verso un'omologazione. Fa un po' impressione notare che arredamenti "no name" di costo contenuto hanno design e qualità costruttiva identici o comunque molto simili a marchi "importanti" e di costo elevato (i "nomi" che mi hanno deluso neanche sotto tortura!).
In questo senso alcuni marchi "storici" perdono parte della loro valenza in quanto non necessariamente indicatori di design e qualità esclusivi; doveroso sottolineare "alcuni" in quanto ho avuto modo di apprezzare vere e proprie opere d'ebanisteria moderna che tengono alta la bandiera brianzola dell'eccellenza.

Ovviamente penso comunque che sia stata una visita utile: per toccare con mano collezioni finora conosciute solo in fotografia (magari validi prodotti che non trovano spazio nella pur ampia esposizione Diotti  A&F), per scambiare qualche parola "de visu" con direttori commerciali o titolari d'impresa con i quali normalmente si riesce ad avere un rapporto esclusivamente telefonico...
...ma soprattutto per convincersi che la vera differenza si gioca sui servizi: perchè non esiste il prodotto vincente, bensì la selezione di prodotti vincenti, perchè la progettazione di qualità è un costo ma è anche un investimento; perchè trasporto e montaggio ed assistenza post-vendita sono determinanti nel definire la "qualità complessiva" di un pacchetto d'offerta.

"Per fortuna che non avevi molto da raccontare!", direte voi; "verissimo", aggiungo io.
Infatti ho riassunto le riflessioni della giornata in pochi concetti per 2 motivi: "primo" perchè avrete modo di scoprire tutte le novità presto sul sito Diotti A&F, "secondo" perchè è ormai notte fonda e, nonostante la mia passione per scrittura ed arredamento, domani è un comune lungo giorno di "pane e arredamento" ;-)

A presto!

1 commento:

Berto Salotti . Filippo Berto ha detto...

ho notato anche io che molti no name (per ora) hanno, come spesso capita, fatto proposte più innovative ed interessanti di buon parte dei marchi leader. Speriamo (perchè questo possa aiutare tutto il comparto) che riescano a far passare il loro messaggi ai clienti nella jungla delle comunicazione!